Cantine e vini del fermano (2ª parte)
Proseguendo nel nostro tour alla scoperta di vini e cantine del fermano, iniziata qui, andiamo a scoprire altre due realtà, assai diverse tra loro:
Vini Firmanum
Si tratta di un’ex cantina sociale acquistata e riconvertita nel 2011 con sede a Montottone e punti vendita, oltre che nella stessa località, anche a Monte Urano e Porto San Giorgio.
Dispone di 11 ettari a vigneto in proprietà dai quali si ricavano le circa 70.000 bottiglie prodotte annualmente, divise in 15 diverse etichette, inoltre, da 130 ettari dei 22 ex soci conferenti, si produce vino da vendere sfuso.
Notevole a tal proposito l’affluenza di clienti con taniche proprie per l’acquisto di quest’ultimo.
per quanto riguarda il vino in bottiglia, sono tre le linee produttive: Firmanum (la linea più prestigiosa) e Castel Trevignano (dedicata alla tradizione), destinate unicamente al canale Horeca e Terre Picene dedicata alla GdO.
Vengono inoltre prodotti tre Spumanti metodo Charmat, ed è proprio da uno di questi che inizia la nostra degustazione.
Si tratta del Brut “Signature”, prodotto col Metodo Charmat lungo (oltre 100 giorni in autoclave), da uve passerina che si presenta nel bicchiere con un color paglierino-verdolino. Mediamente intenso al naso dove s’esprime su note floreali e di frutta bianca; fresco e sapido alla bocca, leggero di corpo, agrumato, con sentori di pesca bianca, discreta la sua persistenza.
Si prosegue quindi col Marche Igp Chardonnay “Steccato” 2018, prodotto con uve coltivate a 350 metri d’altitudine. Il colore è giallo paglierino; mediamente intenso al naso dove si colgono sentori di frutta tropicale 8ananas) e note di pesca gialla. Di discreta struttura, sapido e fruttato, con buona persistenza.
Un vino semplice, onesto, di piacevole beva e soprattutto dal notevole rapporto qualità/prezzo, come d’altronde la maggior parte dei vini aziendali.
Passiamo al Marche Igp Rosato “Ophirosa” 2018, da uve sangiovese e ciliegiolo vinificate in bianco. Intenso il colore, tra il rosa antico ed il granato; Mediamente intenso al naso dove presenta sentori di tabacco e ciliegia selvatica; di buona struttura, succoso, con bella vena acida buon frutto e lunga persistenza. Un prodotto interessante e decisamente particolare.
– Rosso Piceno Superiore Doc “Antio” 2014, da uve 70% sangiovese e 30% montepulciano, affinamento in botte grande.
Color granato-rubino di buona intensità. Intenso al naso, speziato, vaniglia, cannella, frutta scura, sottobosco, humus. Di buona struttura, leggere note piccanti e di castagne al forno, bella trama tannica, legno percepibile, lunga la persistenza.
Per ultimo assaggiamo l’Igp Marche Rosso “Solchi” 2012, da uve montepulciano, si tratta del vino di punta aziendale, frutto di vendemmia tardiva, sosta quattro anni in botti grandi ed un anno in barriques ed il suo prezzo nello shop aziendale e di tre volte superiore alla maggior parte degli altri vini (€ 18,00). 3 mila le bottiglie prodotte annualmente.
Il colore è granato profondissimo; intenso al naso, presenta sentori balsamici e di legno dolce e frutto scuro in evidenza. Strutturato, con importante trama tannica, morbido e succoso, di buon equilibrio complessivo, con accenni tostati/affumicati.
Rio Maggio
Questa cantina, dove abbiamo anche pranzato, è l’unica che già conoscevamo, essendoci stati diversi anni fa, una quindicina perlomeno.
Fondata nel 1976 da Graziano Santucci ed ora gestita dal figlio Simone e dalla moglie Tiziana, ha visto i primi vini imbottigliati sin dal 1979; situata a Montegranaro, dispone di dodici ettari a vigneto.
Sono undici i vini prodotti, suddivisi in quattro diverse linee produttive: le Selezioni, i Classici, i Cru e gli Spumanti, per una produzione annuale che s’aggira sulle 80mila – 100 mila bottiglie.
Durante la nostra visita ne abbiamo assaggiati cinque.
– VSQ Extra Dry Rosé “Melgrà”, un Metodo Charmat lungo (150 giorni sui lieviti) da uve montepulciano.
Il colore è di un intenso rosa antico; intenso anche al naso dove si colgono sentori di frutti di bosco e di caramella alla frutta. Fresco, pulito, sapido e fruttato alla bocca dove tornano i sentori di caramella, buona la sua persistenza. Un vino semplice e dalla piacevole beva. Se ne producono 4mila bottiglie e viene venduto in azienda a 9,00 euro.
Si passa a qualcosa di decisamente più impegnativo ed intrigante con l’Igt Bianco Marche “Vinum 62” del 2016, il cui nome deriva da quello della vigna (Vigna 62) dalla quale provengono i vitigni che lo compongono: verdicchio e trebbiano in parti uguali.
Frutto di una macerazione sulle bucce per un paio di settimane e di una maturazione per due anni in vasche di cemento ed imbottigliato senza filtrazione è in pratica un “orange wine”.
Dal colore giallo dorato intenso è estremamente complesso, intrigante ed interessante al naso dove le note macerative, ben presenti, rimandano alla buccia dell’uva. Strutturato, con leggeri accenni tannici e sentori di buccia d’uva e di mela e di torta di mele ha una lunghissima persistenza.
Un vino notevole, che ci è piaciuto moltissimo e che, nella degustazione relativa al Premio della Critica San Biagio ha sfiorato per pochi millesimi la vittoria. La produzione è limitata a 1.500 bottiglie vendute in cantina a 15,00 euro.
Altro vino bianco, più tradizionale e che ben conosciamo è l’Igt Marche Bianco “Telusiano”, blend di trebbiano, pecorino e verdicchio vinificato ed affinato sui lieviti in acciaio; l’annata che abbiamo degustato è la 2018.
Il colore è paglierino, intenso e luminoso; mediamente intenso al naso dove si colgono sentori di frutta bianca e d’erba aromatiche. Fresco al palato, pulito, sapido, minerale, verticale, presenta sentori di frutto bianco su lunga persistenza.
Da 10 a 13 mila le bottiglie prodotte annualmente e vendute in azienda a 9,00 euro.
Passando ai vini rossi andiamo ad assaggiare il Rosso piceno Doc “Vallone” 2015, le cui uve (70% montepulciano e 30% sangiovese) provengono dal più vecchio vigneto aziendale, messo a dimora quarant’anni fa; l’affinamento avviene in barriques, in parte nuove, per otto-dieci mesi.
La produzione annuale è di circa 20mila bottiglie ed il costo in azienda di 9 euro.
Il colore è granato di discreta profondità; al naso è fresco e pulito, con un bel frutto rosso ed accenni speziati. Fresco, sapido e succoso alla bocca, con un bel frutto rosso e tannini morbidi. Assai piacevole la beva.
Ultimo vino assaggiato è il Rosso Piceno Doc “Granaris” 2015, anche in questo caso si tratta di un blend di 70% montepulciano e 30% sangiovese accuratamente selezionate in vigna e raccolte a piena maturazione.
Vinificato in acciaio s’affina in barriques per 14 mesi.
Si tratta del vino di punta aziendale, prodotto in 6.000 bottiglie/anno e venduto a 15,00 euro in azienda.
Il colore è granato profondo; intenso al naso dove si coglie un frutto rosso maturo (prugna) e leggeri accenni surmaturi, elegante, ampio, balsamico, con sentori di tabacco e cuoio e note autunnali. Strutturato, succoso, morbido, con bella vena acida e buona trama tannica, presenta accenni di rabarbaro, lunga la sua persistenza su sentori di liquirizia dolce.
Lorenzo Colombo