Bòggina in verticale
Tre anni fa, in occasione di SUMMA 2015, avevamo avuto il piacere di partecipare alla degustazione verticale di Bòggina, il vino a base sangiovese dell’azienda Petrolo (vedi).
Si trattava di un Igt Toscana, divenuto col tempo -con la nascita della recente denominazione- Val d’Arno di Sopra Doc.
Quest’anno, sempre in occasione di SUMMA, è stata nuovamente organizzata una verticale di questo vino durante la quale venivano riproposte alcune annate già degustate nel 2015.
Abbiamo quindi deciso di partecipare nuovamente, curiosi soprattutto di verificare come s’erano evoluti questi vini negli anni.
Prima però è opportuno fornire alcune informazioni sull’azienda Petrolo e sul vino che andremo a degustare.
L’azienda si trova a Bucine, in Località Petrolo, un chilometro a sud di Mercatale Valdarno; venne acquistata nel 1947 da Gastone Bazzocchi, nonno dell’attuale proprietario Luca Sanjust e la qualità dei suoi suoli e la loro perfetta compatibilità col sangioverse, è attestata sin dal 1834 dall’agronomo Giorgio Perrin, membro dell’Accademia dei Georgofili di Firenze.
Il vigneto di sangiovese venne messo a dimora nel 1952 ed attualmente ha un’estensione di circa cinque ettari e mezzo e nel corso degli anni ha subito diversi reimpianti utilizzando una selezione massale.
Le uve provenienti d questo vigneto sono state utilizzate, a partire dal 1988 per la produzione del “Torrione”, storico vino aziendale concepito con la collaborazione di Giulio Gambelli.
Ancor’oggi parte delle uve vengono destinate a questo vino.
Il Bòggina –che attualmente prende il nome di “Bòggina C” (la C sta per Classico)- nasce con l’annata 2006, mentre dal 2011 ne viene prodotta anche una versione vinificata in anfore di terracotta (Bòggina A).
Il vino frutto della nostra degustazione è il “Bòggina C”, ottenuto da uve sangiovese in purezza, la cui produzione nell’ultima annata e stata di 10.000 bottiglie.
La fermentazione avviene in vasche di cemento, mentre l’affinamento, per una durata di diciotto mesi, viene effettuato parte in tonneaux e parte in botti da 40 ettolitri.
Eccovi quindi le annate degustate: (In corsivo e tra parentesi) riportiamo – per le annate assaggiate anche nel 2015-, quanto scritto allora; si potrà così fare un confronto tenendo conto dell’evoluzione di vini).
– 2009: Granato il colore.
Buona l’intensità olfattiva, il vino denota una buona complessità e presenta note terziarie di cuoio e tabacco.
Fresco e succoso alla bocca, asciutto, con bella vena acida, sentori di liquirizia e prugna secca, lunga la persistenza, ancora perfettamente integro.
(2009: Color granato intenso. Di media intensità olfattiva, presenta un frutto rosso maturo, sentori di prugna secca e note animali e di cuoio. Balsamico, complesso, con bella vena acida e tannini importanti, ritroviamo le note animali, buona la persistenza.)
– 2010: Rubino intenso.
Discreta l’intensità olfattiva, sentori speziati e di fiori secchi.
Dotato di discreta struttura, con legno ancora in evidenza, sentori di radici, lunga la persistenza su note di bastoncino di liquirizia.
(2010: Color granato profondo, con riflessi color rubino. Un poco chiuso all’inizio, s’apre quindi su note balsamiche e frutto rosso maturo (quasi surmaturo). Asciutto, con legno in evidenza, decisamente tannico, sentori di bastoncino di liquirizia. Si stacca completamente dalle altre annate. E’ il vino che meno ci ha convinti.)
– 2012: Color granato di buona intensità.
Buona l’intensità olfattiva, frutto rosso maturo (prugna), prugna secca.
Buona la struttura, torna alla bocca il frutto maturo, succoso, tannini decisi e legno ancora percepibile, lunga la persistenza.
(2012: Color granato-rubino, profondo e luminoso. Un poco chiuso all’inizio, austero, con accenni animali e di cuoio, s’apre quindi su note di frutto rosso maturo. Strutturato, alcolico, con bella vena acida, si coglie la prugna e la liquirizia forte, lunga la persistenza.)
– 2013: Granato di buona intensità.
Un poco chiuso all’inizio, s’apre quindi su note di spezie orientali.
Di discreta struttura e buona vena acida, sentori di radici di liquirizia, buona la persistenza.
– 2015: Color granato.
Chiuso al naso, s’apre col tempo su note di cumino.
Legno in evidenza, tannino un poco polveroso ed asciugante, buona la persistenza.
Paga lo scotto dell’estrema gioventù.
Lorenzo Colombo
pubblicato in origine su www.vinealia.org