Cantina Tollo: cinque declinazioni d’Abruzzo
Una dozzina d’anni fa avevamo partecipato ad un press tour organizzato dalla Cantina Tollo che ci aveva portato alla scoperta degli Eremi d’Abruzzo, esperienza emozionanten che ancora ricordiamo con grande piacere, mentre un paio d’anni fa avevamo avuto l’occasione d’assaggiare, in videocollegamento con il direttore commerciale della cantina, Andrea Di Fabio e con l’enologo Riccardo Brighigna la nuova linea produttiva, dedicata ai vini Bio destinati al canale Ho.Re.Ca.
Questa volta andiamo ad assaggiare alcuni vini appartenenti a due delle linee produttive di Cantina Tollo, la linea Anthology e la linea Iconic.
La prima linea, composta da quattro prodotti è riservata a vini dove s’incontrano tradizione ed innovazione, mentre nella seconda s’utilizzano esclusivamente vitigni abruzzesi ed è composta da cinque vini.
La degustazione è stata condotta in videocollegamento con Tonino Verna, presidente della Cantina Tollo e con l’enologo Riccardo Brighigna che cura tutta la produzione aziendale da vent’anni e che coordina i quattro enologi aziendali.
La Cantina Tollo
La Cantina Tollo è nata nel 1960 e risale al 1962 la sua prima vinificazione, è nata con lo scopo di dare una possibilità ai piccoli produttori d’uva, in un periodo storico durante il quale l’emigrazione verso il nord degli abruzzesi era fortissima e nei primi anni di vita si è limitata a produrre vino da vendere in cisterna agli imbottigliatori del Nord Italia.
Sono ben 2.700 gli ettari di vigneto sui quali può contare la Cantina Tollo, suddivisi tra 700 conferitori che posseggono una media di poco più di tre ettari di vigna ciascuno, i vigneti s’estendono sul territorio di tre province, Chieti, Pescara e Teramo, ed ha sede a Tollo, la maggior parte dei vigneti sono allevati a pergola abruzzese e la produzione annuale è di circa 13 milioni di bottiglie che vengono esportate in circa 50 paesi.
I vini
I vini che andiamo ad assaggiare appartengono alla fascia Premium e sono destinati a canale Ho.Re.Ca., fanno parte di un progetto chiamato Vigneto Avanzato, ed i vigneti dai quali provengono le uve sono stati selezionati dopo un lavoro di zonazione effettuato dall’Università di Milano sotto il coordinamento del Prof. Attilio Scienza.
Questo lavoro ha portato ad individuare alcuni vigneti di collina i cui proprietari operano sotto la supervisione di agronomi aziendali e godono di un contratto specifico che ha la durata di tre anni.
I vigneti selezionati per questo progetto hanno un’età minima di quindici anni, considerata adeguata per fornire un’uva d’alta qualità, per quanto riguarda i vigneti destinati alla produzione dei vini rossi quest’età s’innanza tranquillamente anche a oltre trent’anni.
L’idea di Brighigna, nella realizzazione di questi vini si basa su tre semplici concetti: equilibrio organolettico, precisione nella realizzazione, ovvero assenza di devianza di qualsiasi natura e riconoscibilità del vitigno, e, dall’assaggio effettuato possiamo dire che tutti e tre gli scopi sono stati raggiunti.
Per la produzione di questi vini -bianchi e rosa- il team guidato da Brighigna ha adottato, da tre anni a questa parte, un sistema di vendemmia “differenziata”, ovvero le uve vengono raccolte in due distinte fasi la prima delle quali prevede una vendemmia anticipata in modo da avere più acidità -e meno zuccheri- nell’uva, mentre nella seconda fase le uve vengono raccolte a piena maturità. Il mosto poi è frutto del blend di queste due vendemmie, in questo modo si riesce ad ottenere un vino fresco ed al contempo non eccessivamente alcolico.
Durante l’incontro sono stati affrontati alcuni temi ormai all’ordine del giorno da alcuni anni, uno dei quali è il cambiamento climatico, con l’innalzamento delle temperature e qui è stato evidenziato un fattore che una volta era finalizzato al raggiungimento della maggior quantità d’uva prodotta mentre al giorno d’oggi s’è rivelato salvifico per alcune zone viticole e per alcuni vitigni.
Si tratta dei sistemi d’allevamento a pergola abruzzese ed a tendone che permettono un ombreggiamento delle uve (i grappoli si trovano protetti dalla coltre di foglie), fondamentali in regioni come l’Abruzzo dove il calore del sole, dovuto anche all’innalzamento delle temperature negli ultimi anni, che porterebbe le uve a “cuocere” senza per altro raggiungere una corretta maturità fenolica.
– Abruzzo Dop Cococciola 2021 – Linea Iconic
La Cococciola è un vitigno di recente rivalutazione, si tratta di un’uva che anche nel passato non ha goduto di citazioni né da parte degli studiosi d’ampelografia né dagli storici, viene menzionato per la prima volta nel 1909 nell’Ampélographie di Viala e Vermorel, ampelografi francesi.
Il vitigno è stato iscritto nel Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite nel mese di maggio del 1970 e la sua diffusione, secondo i dati dei censimenti agricoli, raggiunse la massima espansione nel 1990 con poco più di 1.400 ettari, i dati dell’ultimo censimento, effettuato nel 2010 ne quantificano 980 ettari.
Lo ritroviamo principalmente in Abruzzo e più sporadicamente nella parte settentrionale della Puglia.
I vigneti sui quali provengono le uve per la produzione di questo vino sono condotti a pergola abruzzese ed a tendone, dopo una breve criomacerazione delle uve, la fermentazione viene condotta in vasche d’acciaio dove poi il vino sosta in affinamento per tre mesi sui lieviti.
Si presenta nel bicchiere con un color verdolino-paglierino scarico e luminoso.
Intenso al naso, pulito e fresco, fruttato, vi si colgono sentori di frutta fresca, mela, pesca bianca, pera, uniti a note floreali e ad accenni d’agrumi e d’erbe officinali.
Fresco e fruttato anche alla bocca, sapido, discretamente strutturato, con bella vena acido-agrumata, vi ritroviamo i sentori di pera e mela, lunga la sua persistenza.
Un bel vino, non estremamente complesso ma di piacevolissima beva, una piacevole sorpresa.
Le bottiglie prodotte annualmente sono 12.000-13.000.
– Cerasuolo d’Abruzzo Dop “Hedòs” 2021 – Linea Iconic
Per la produzione di questo vino che costituisce il vino “rosa” di punta dell’azienda, ci si avvale delle stesse uve utilizzate per il Cagiòlo, la Riserva di Montepulciano, fermentazione ed affinamento si svolgono in vasche d’acciaio.
Color rosa intenso, rubino diluito, limpido e luminoso, ci ricorda il melograno e la pesca tabacchiera.
Mediamente intenso al naso, fresco e pulito, vi cogliamo sentori che rimandano a piccoli frutti di bosco, mirtilli, ciliegia e caramella al lampone.
Intenso, fresco e succoso, dotato di buona struttura, vi ritroviamo i frutti di bosco, i lamponi, la fragolina di bosco e la ciliegia, chiude leggermente asciutto con accenni mandorlati con lunga persistenza.
Nulla da dire in merito alla qualità di questo vino, assai notevole, che si presenta in una versione assai “moderna” del Cerasuolo, del quale, soprattutto per coloro che hanno diversi anni sulle spalle ricorda poco la tipicità (e rusticità) dei Cerasuolo di una volta.
Un prodotto moderno, come evidenziato sopra, adatto per l’appunto agli attuali consumatori di un mercato globale e non più esclusivamente locale.
Circa 30.000 le bottiglie prodotte annualmente.
– Abruzzo Dop Pecorino 2020 – Linea Anthology
Le uve per la produzione di questo vino provengono da due vigneti situati a diverse altitudini, il primo si trova a 500 metri slm su suolo ghiaioso, mentre il secondo è situato a Tollo, a 150 metri d’altitudine.
La fermentazione si svolge per metà in vasche d’acciaio e per metà in botti di rovere, come pure l’affinamento.
Giallo paglierino luminoso di media intensità, con riflessi verdolini.
Bel naso, elegante, vi troviamo netti sentori d’erbe aromatiche, di fiori gialli e frutta a polpa gialla, uniti a leggeri accenni nocciolati e di frutta secca.
Strutturato e sapido, di buona complessità leggermente piccante -ci ricorda lo zenzero-, frutto giallo e note tropicali, accenni vanigliati e nocciolati, ricordi d’agrumi, buona la verticalità e lunga la persistenza.
Tra le 3.000 e le 4.000 le bottiglie prodotte annualmente.
– Montepulciano d’Abruzzo Dop Riserva “Mo” 2017– Linea Iconic
Affinamento in botti di rovere di grandi dimensioni.
Profondo il colore, con unghia purpurea.
Intenso al naso, balsamico e vanigliato, frutto rosso maturo e note autunnali, leggeri accenni affumicati, buona l’eleganza.
Strutturato e morbido, con tannini importanti ma ben amalgamati nell’insieme, buona la sua complessità, leggermente balsamico, vi ritroviamo il frutto rosso maturo, accenni piccanti, chiude con buona persistenza su sentori di liquirizia forte.
– Montepulciano d’Abruzzo Dop Riserva “Cagiòlo” 2015 – Linea Anthology
Le uve provengono da vigneti di 30 e 40 anni d’età, l’affinamento si svolge in barriques dove il vino riposa per dodici mesi.
Le bottiglie prodotte annualmente sono 20.000.
E’ l’unico dei cinque vini assaggiati con la chiusura in sughero monopezzo e, purtroppo, questo tappo ci ha tradito.
Già all’apertura si notava una colorazione per buona parte del sughero ed il vino, pur non sapendo di tappo, non era nella condizione ideale per essere valutato in maniera corretta.
Peccato…ci sarà un’altra occasione per assaggiarlo.
Lorenzo Colombo
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