Ceretto Climats
Sfumature di Territorio
Una doppia verticale parallela.
Non stiamo parlando di esercizi ginnici, ma della degustazione di sabato 11 novembre, che ha visto il confronto tra due dei quattro Barolo con menzione geografica di Ceretto.
L’azienda è stata fondata negli anni ’30 del novecento da Riccardo Ceretto, che vinificava uve acquistate, scegliendole tra le migliori zone. Verso la fine degli anni ’60, Bruno e Marcello, figli di Riccardo, iniziano ad acquistare vigneti tra Langhe e Roero e negli anni ’70 vengono costruite tre cantine delle diverse zone di produzione.
Negli anni ’90 entrano in azienda i figli di Bruno e Marcello: Lisa, Roberta, Alessandro e Federico, si giunge così alla terza generazione.
Gli anni ‘2000 sono quelli della diversificazione, ovvero si aggiunge l’attività della ristorazione che ottiene subito riconoscimenti importanti (due stelle Michelin per il Piazza Duomo di Alba, dove opera Enrico Crippa).
Gli ettari vitati di proprietà sono ormai centosessanta (undici nella Docg Barolo ed otto in quella Barbaresco), quatto le cantine e centocinquanta i collaboratori.
Dall’annata 2015 tutti i vini hanno ottenuto la certificazione Bio.
Ma veniamo alla nostra degustazione, che si è tenuta durante il Merano Wine Festival:
Sono appunto quattro i Barolo con MGA (Menzione Geografica Aggiunta) prodotti dai Ceretto: Cannubi San Lorenzo, Bricco Rocche, Brunate e Prapò, situati in diversi comuni del territorio: Barolo per il primo, Castiglione Falletto per il secondo, La Morra per il terzo e Serralunga d’Alba per l’ultimo.
La doppia degustazione verticale parallela verteva sugli ultimi due, prodotti in zone con caratteristiche di suolo assai diverse che di conseguenza influiscono in maniera netta sulle caratteristiche organolettiche dei vini.
Brunate
E’ un Cru (MGA) di oltre ventotto ettari, di cui oltre due terzi si trovano nel comune di La Morra, mentre il rimanente è situato in quello di Barolo.
L’altitudine dei vigneti si colloca tra i 230 ed i 400 metri, con esposizione piuttosto omogenea che guarda a sud, sud-est.
I suoli, appartenenti al periodo Tortoniano, sono caratterizzati dalla presenza di marne di S. Agata con buona presenza di sabbie, in particolare nella parte nelle zone più alte.
La famiglia Ceretto vi possiede poco più di cinque ettari e mezzo, situati nel comune di La Morra.
La prima annata di produzione per il Brunate di Ceretto è stata il 1978.
Prapò
Si tratta di una MGA molto più piccola rispetto alla precedente, poco oltre otto ettari situati nel comune di Serralunga d’Alba, ad altitudini comprese tra i 270 e i 380 metri, con esposizione sud, sud-est.
I suoli -conformazioni di Lequio- vedono una percentuale elevata di limo e argilla che supera il 30%.
Ceretto possiede 2,4 ettari caratterizzati dalla elevata età media delle viti, impiantate negli anni ’70.
Il primo anno di produzione per il Prapò di Ceretto è stato il 1976.
Annata 1999
Classificata come “Eccezionale”, cinque le stelle assegnate a quest’annata che s’esprime con doti straordinarie e che, nelle valutazioni d’allora “Promette grandi soddisfazioni negli anni a venire”.
Brunate
Mattonato, unghia aranciata.
Evoluto al naso, sentori di confettura, fiori secchi, cuoio, accenni di rabarbaro.
Di media struttura, tannini ben amalgamati, frutto ancora ben presente, accenni balsamici, buona la persistenza. Ancora integro.
Prapò
Color granato con unghia aranciata (meno evoluto rispetto al Brunate).
Chiuso all’inizio, un poco austero, non molto intenso ma molto elegante.
Di buona struttura, con buona trama tannica e bella vena acida, elegante, verticale, lunga la persistenza su note di liquirizia.
Molto più fresco rispetto al Brunate.
Secondo il nostro parere il Prapò stravince nel confronto.
Annata 2005
Quatto le stelle assegnate a quest’annata considerata “Grande”, ed i cui barolo furono definiti “Vini di grande razza e nobiltà”.
Brunate
Granato luminoso di buona intensità, unghia aranciata.
Bel naso, elegante, equilibrato, armonico, sentori balsamici e floreali (fiori secchi), note dolci.
Buona la struttura, bell’equilibrio complessivo, tannini ben amalgamati, elegante, lunga la persistenza su sentori di liquirizia.
Prapò
Granato luminoso con unghia aranciata.
Non molto intenso al naso, di grande eleganza, equilibrato, balsamico, con sentori di spezie dolci.
Buona la struttura, tannini importanti ma ben integrati, sentori di liquirizia forte e rabarbaro, notevole l’equilibrio gustativo. Elegante.
Anche in questo secondo confronto il Prapò batte, seppur di poche lunghezze il Brunate (ovviamente secondo noi).
Annata 2011
Altra “Grande” annata, valutata a quattro stelle e per i cui vini –già pronti molto presto- viene ipotizzata “Una stupenda longevità e una evoluzione olfattiva e gustativa di grande interesse”.
Brunate
Granato non molto intenso.
Buona l’intensità olfattiva, balsamico, elegante, sentori di fiori secchi.
Fresco alla bocca, fruttato, con bella trama tannica (tannini setosi), equilibrato, armonico, delicato.
Molto elegante.
Prapò
Color granato di media intensità.
Balsamico al naso, delicato, elegante, note floreali.
Fresco e decisamente sapido, con un bel frutto rosso, buona la trama tannica e lunga la persistenza.
Molto elegante.
Questa coppia di vini è quella dove il Barolo s’esprime al meglio, vini ancora giovani ma con caratteristiche organolettiche ormai ben delineate, sono i vini che abbiamo maggiormente apprezzato anche se quelli del 2005, seppur con caratteristiche assai diverse erano probabilmente più completi.
Qui la sfida è più difficile e si conclude con un pareggio con punteggi molto elevati. Se proprio il pareggio non è ammesso anche questa volta votiamo per il Prapò.
Annata 2013
Ultima annata in commercio (a gennaio usciranno i 2014), valutata con quattro stelle.
Nelle nostre considerazioni relative alle degustazione effettuate ad Aprile, in occasione di Nebbiolo Prima, scrivevamo “Nel complesso i vini ci sono piaciuti, con i consueti distinguo dovuti ai diversi comuni di provenienza, occorre tener presente che si tratta di vini molto giovani, nelle nostre tradizionali degustazioni del mese di novembre vedremo se le valutazioni espresse saranno o meno confermate”.
A novembre poi i riassaggi li abbiamo effettuati, anche se ancora non abbiamo pubblicato il relativo articolo.
Brunate
Granato scarico, unghia con accenni aranciati.
Speziato, balsamico, accenni chinati e di rabarbaro, buona l’eleganza.
Discreta la struttura, tannini decisi e leggermente asciuganti, radice di liquirizia, lunga la persistenza.
Decisamente giovane.
Prapò
Granato non molto intenso, con unghia aranciata.
Bel naso, balsamico, fruttato, fiori secchi e spezie dolci, buona l’eleganza.
Fresco, balsamico, con tannini importanti che ricordano la pellicina delle castagne, un poco asciugante, buona la persistenza su sentori di radice di liquirizia. Giovane.
Confronto alla pari per questi due vini ancora troppo giovani per potersi esprimere al meglio.
Lorenzo Colombo
pubblicato in origine su www.vinealia.org