Del Rèbene: olio e vino dai Colli Berici
Sulle colline che sovrastano la Val di Gazzo, a 400 metri sul livello del mare si trova San Gottardo, frazione del comune di Zovencedo, dal quale dista circa due chilometri e mezzo, qui risiedono poco più d’un centinaio d’abitanti.
Tra le diverse borgate (o masi isolati) che compongono questa frazione una su chiama Rèbene che significa vigneto; completamente abbandonato dopo la seconda guerra mondiale, viene riscoperto casualmente da due studenti universitari alla fine degli anni ottanta.
Uno di questi, Francesco Castegnaro, innamoratosi del posto, nel 1992 acquista 23 ettari di terreno immerso nei boschi, vi pianta tre ettari di olivi e nel 2000 mette a dimora anche delle viti su 4,5 ettari.
Nasce così l’azienda Del Rèbene, che in seguito, sistemando una vecchia costruzione vi ricava anche un piccolo agriturismo composto da due stanze.
Siamo stati in visita a Del Rèbene agli inizi del mese di settembre, durante il tour sui Colli Berici (vedi), in occasione della presentazione del libro “Colli Berici – Le terre, le vigne, le ville” e naturalmente abbiamo assaggiato alcuni dei vini che vi si producono, ecco quindi le nostre impressioni:
– Veneto Igt Tai Tosso 2018
Dal color rubino luminoso di discreta intensità. Intenso al naso dove si colgono note sulfuree. Fruttato al palato, con spiccata vena acida e leggere note vegetali.
– Veneto Igt Carmenère 2016
Il colore è rubino-granato luminoso e di discreta intensità. Intenso al naso, di buona eleganza, buono il frutto rosso, note vegetali che rimandano al peperone. Fresco e succoso, mediamente strutturato, di buona eleganza, ritroviamo alla bocca le note vegetali, lunga la persistenza e piacevolissima la beva.
– Igt Veneto Rosso 2015 (2/3 Carmenère ed 1/3 Cabernet)
Il colore è rubino profondo, con ricordi violacei sull’unghia. Al naso presenta sentori di frutto rosso maturo, prugne, more, quasi in confettura, unitamente a note speziate.
Strutturato, con un buon frutto rosso speziato ed una buona persistenza che sfuma su note di liquirizia.
Lorenzo Colombo