Fontanafredda ed il Barolo Renaissance 2018
Sono trascorsi trent’anni da quando dalle cantine Fontanafredda uscì il primo Barolo che riportava in etichetta il comune di provenienza delle uve: Serralunga d’Alba, era un vino dell’annata 1988.
Trent’anni dopo l’azienda ha deciso di dare una nuova identità a questo vino e la decisione è maturata durante questi due anni bui, dovuti alla pandemia.
L’idea è quella della “rinascita” e quindi questo progetto di ampio respiro -si svolgerà infatti nell’arco di 10 anni- prende il nome di “Reinassance”.
In ognuno di questi anni sarà dato al Barolo di Serralunga un nome diverso, ma sempre legato a questa rinascita.
Così il Barolo di Serralunga del 2018, presentato alla stampa nella sede di Fontanafredda venerdì 18 marzo, prende il nome di “Speranza”, al quale seguiranno nel 2019 “Fiducia” e poi “Coraggio” nel 2020 e, nel 2021 “Ottimismo”.
Non ha voluto andare oltre nello svelarci i nomi Andrea Farinetti, che ha presentato il progetto unitamente al padre Oscar, all’enologo di Fontanafredda, Giorgio Lavagna ed al presidente del Consorzio di Tutela Barolo, Barbaresco, Alba e Dogliani Matteo Ascheri, anche se poi, nella cartella stampa fornitaci, abbiamo trovato gli altri nomi che seguiranno: Tenacia, Fortuna, Riconoscenza, Orgoglio, Armonia e Godimento.
Questo progetto s’avvale -e s’avvarrà nei prossimi anni- della collaborazione di un grande scrittore/scrittrice italiano e di un rinomato illustratore/illustratrice che cambieranno ogni anno, al primo/a il compito di scrivere una monografia (redatta in doppia lingua, italiano ed inglese), mentre al secondo/a quello di illustrarla e di disegnare l’etichetta, il tutto ovviamente inerente al nome del vino.
Per questa prima uscita è stata scelta come illustratrice Elisa Talentino, giovane artista che vanta già una vasta esperienza con molte collaborazioni sia in Italia come negli Stati Uniti, mentre si è occupato di scrivere la prima monografia Marco Missiroli, scrittore e collaboratore del Corriere della Sera.
Il titolo dato a questa monografia è 12, gli umani potrebbero chiamarla speranza, speranza che Elisa Talentino ha voluto identificare con una cocorita blu.
Il vino è disponibile anche in una speciale confezione formata da una scatola di latta contenente la classica bottiglia da 75 cl. una (da collezione) da un litro e la monografia.
Ma veniamo infine all’assaggio di questo primo vino della “Rinascita”, frutto di un’annata assai particolare, la 2018, caratterizzata da un inverno lungo e piovoso, piovosità che è proseguita anche in buona parte della primavera, le temperature si sono innalzate a partire dalla metà di luglio e da lì in poi è proseguito il bel tempo. Un mese di settembre estremamente favorevole ha portato le uve di Nebbiolo a perfetta maturità e le operazioni vendemmiali sono iniziate per quest’uva all’inizio d’ottobre, proseguendo nelle varie zone per circa tre settimane.
Il vino
Le uve per la produzione del Barolo Renaissance provengono da vigneti situati in sei diverse MGA (Menzioni Geografiche Aggiuntive) e sono della varietà Lampia, l’esposizione è Sud, Sud-Ovest e l’altitudine varia dai 300 ai 400 mt slm, il sistema d’allevamento è a Guyot con densità di 4.000 ceppi/ettaro.
La vendemmia è stata effettuata nelle prime due decadi d’ottobre e la vinificazione è stata effettuata separatamente in vasche d’acciaio, l’affinamento s’è svolta in botti di rovere dove il vino è rimasto per due anni, per poi proseguire per un ulteriore anno in contenitori di cemento.
Il vino si presenta con una veste granata luminosa, mediamente intensa e con unghia che sfuma su note aranciate.
Leggermente chiuso appena versato, s’apre su sentori di fiori appassiti, sottobosco, note balsamiche e vanigliate, legno dolce, senza dimenticare il frutto.
Fresco e succoso alla bocca, con trama tannica vibrante e con bella vena acida, oltre al frutto troviamo accenni di caramella al rabarbaro, lunga la sua persistenza.
Un vino già godibile sin da ora.
Lorenzo Colombo
Barolo Renaissance – Fontanafredda