Fonzone: declinazioni d’Aglianico
Avevamo conosciuto quest’azienda -nata nel 2005- un paio d’anni fa in occasione di un pranzo stampa a Milano durante il quale erano stati presentati i suoi vini bianchi (vedi).
Ad inizio dicembre abbiamo invece potuto degustare quelli rossi (ed uno rosa), quattro vini, tutti prodotti con uve Aglianico presso l’Enoluogo, sede di Civiltà del Bere e sede dell’evento dov’erano presenti la proprietaria dell’azienda, Silvia Campagnuolo Fonzone, l’enologo consulente Luca D’Attoma che vi collabora dal 2019 ed il padrone di casa Alessandro Torcoli.

D’Attoma, Torcoli e Silvia Campagnuolo Fonzone
Prima di passare ai vini a base Aglianico ci è stato proposto l’Irpinia Doc Falanghina “Le Mattine” 2022, vino che avevamo già assaggiato due anni addietro, anche se allora l’annata era la 2021.
Le uve per la produzione di questo vino provengono dall’omonimo vigneto situato a 380 metri d’altitudine a Paternopoli, il suolo è sabbioso e l’esposizione è Nord-Est, messo a dimora nel 2011 è condotto a Guyot con densità di 4.500 ceppi/ha e la resa è di 70 q.li/ha.
Il suo colore è paglierino di discreta intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, fresco, minerale, verticale, frutta a polpa bianca ed erbe aromatiche.
Intenso, sapido, minerale, succoso, con buona vena acida e lunga persistenza.
I vini a base Aglianico
– Irpinia Doc Rosato “Fonsé” 2023
Le uve, Aglianico in purezza, provengono da un vigneto situato a Paternopoli, tra i 380 ed i 420 metri d’altitudine, su suolo argilloso con tripla esposizione, Ovest, Sud-Ovest e Sud-Est, messo a dimora nel 2005 è condotto a Cordone speronato con densità di 4.500 ceppi/ettaro, la sua resa è di 60 q.li/ha.
La vendemmia s’effettua nella prima decade d’ottobre, parte del mosto fermenta in vasche d’acciaio dove poi rimane sui lieviti per sei mesi, la parte rimanente fermenta e s’affina in barrique usate.
Sono 1.600 le bottiglie prodotte.
Il vino si presenta con un color rosa scarico, luminoso.
Discreta la sua intensità olfattiva, pulito e fresco, dotato di buona verticalità, presenta sentori di frutti di bosco, fragolina, note floreali e d’erbe aromatiche.
Fresco e succoso alla bocca, dotato di buona sapidità, vi ritroviamo i sentori di frutti di bosco e d’erbe aromatiche, lunga la sua persistenza.
– Irpinia Campi Taurisini “Mattodà 2020
Per quanto riguarda la provenienza delle uve fare riferimento a quanto scritto in merito al Rosato Fonsé, la resa è però ridotta a 50 q.li/ ettaro.
La vendemmia s’effettua nella prima settimana del mese di novembre, una parte del mosto fermenta in vasche d’acciaio e l’altra parte in anfore di cocciopesto, per l’affinamento il vino viene diviso in tre distinte partite, una viene posta in botti da 25 ettolitri, la seconda in tonneaux da 500 litri e la terza in barriques usate, il tutto per 24 mesi, l’assemblaggio delle masse avviene in vasche d’acciaio quindi il vino sosta in bottiglia per almeno sei mesi.
Nota curiosa è data dal nome di questo vino che è formato dall’anagramma di D’Attoma.
Profondissimo e luminoso il suo colore.
Intenso al naso, balsamico, speziato, spezie dolci, vanigliato, sentori di frutta a bacca scura, ciliegia matura e prugna, liquirizia, accenni di radici e di legno dolce.
Strutturato, asciutto, con trama tannica importante e leggermente astringente, sentori di radici di liquirizia, buona la vena acida e lunga la persistenza.
– Taurasi Riserva Scorzagallina 2019
Prodotto con le uve provenienti dal più alto vigneto aziendale situato a 430 metri d’altitudine sul colle di Paternopoli, messo a dimora nel 2005 è condotto a Cordone speronato con densità di 4.500 ceppi/ha con esposizione Ovest, Sud-Ovest ed è situato su suolo franco-argilloso, la resa è di 50 q.li/ha.
La fermentazione si svolge in vasche d’acciaio mentre l’affinamento prevede una sosta per 24 mesi in barriques e tonneaux sia nuovi che usati e un ulteriore periodo di 12 mesi in bottiglia.
3.000 le bottiglie prodotte.
Color granato-rubino, profondo e luminoso.
Balsamico al naso, elegante, presenta sentori di frutta rossa matura, ciliegia e prugna, vaniglia, legno dolce, spezie dolci e liquirizia dolce.
Buona la sua struttura, fresco e succoso, con trama tannica che rimanda alla pellicina di castagne crude, buona la vena acida, sentori di radici di liquirizia, lunga la sua persistenza.
Si tratta di un vino più pronto rispetto al Legare e con un accenno aromatico maggiore.
– Taurasi Riserva Legare 2019
Il progetto del Legare nasce nel 2019 ad opera di D’Attoma e prevede l’utilizzo delle uve provenienti dal più alto vigneto aziendale, lo stesso dello Scorzagalline, la resa però è limitata a 40 q.li/ha.
La vendemmia s’effettua nella seconda settimana di novembre, dopo un’accurata selezione delle uve s’effettua la fermentazione parte in vasche d’acciaio e parte in anfore di cocciopesto, l’affinamento prevede 12 mesi di sosta in anfora seguiti da 36 mesi in botti di rovere di Slavonia da 30 ettolitri, il vino rimane poi in bottiglia prima della commercializzazione per altri 12 mesi.
Vino alla sua prima annata di produzione, presentato in anteprima.
Molto profondo e luminoso il colore.
Intenso al naso, balsamico, mentolato, presenta sentori di frutta a bacca scura, spezie dolci e radici dolci.
Buona la sua struttura, succoso e sapido, vi cogliamo note di liquirizia forte, radici dolci, legno dolce, accenni piccanti di pepe, lunghissima la sua persistenza.
Un vino più austero rispetto allo Scorzagallina, l’apporto del legno è ancora percepibile ma comunque ben gestito.
Notevole la sua qualità.
Lorenzo Colombo