Garantito IGP: Antonella Lombardo e i vini calabresi di Bianco
Antonella Lombardo faceva l’avvocato a Milano quando, nel 2019, decise di invertire la direzione di marcia della propria vita tornando a Bianco, in Calabria, per fare vino. Uno dei numerosi casi di abbandono della grande città che non aveva retto allo stress dell’emergenza rivelando la propria debolezza strutturale con le immagini della grande fuga alle stazioni di migliaia di giovani del Sud.
Bianco è nella Locride, precisamente lungo la Costa dei Gelsomini e le tracce della cultura del vino risalgono sicuramente ai Greci che sbarcarono nell’VII secolo a Capo Zefirio. Fu così che la Calabria divenne una piattaforma di lancio dei vitigni coltivati dai coloni e la traccia di questa storia è nell’incredibile numero di varietà di uva, oltre cento, che ne fanno ancora oggi la regione italiana più ricca di patrimonio genetico.
Le tracce di questa storia sono nelle centinaia di palmenti sparsi sulle colline della costa, circa 700 tra Bruzzano, Casignana e Ferruzzano dove ne sono stati catalogati ben 160: in pratica ciascuna famiglia lavorava in proprio l’uva e aveva il suo personale, un po’ come noi oggi abbiamo in tutte le case il frigorifero! Il nome Bianco viene dai calanchi argillosi che costituiscono, insieme ai venti dello Jonio e dell’Aspromonte, al clima e alla luminosità, le condizione pedoclimatiche favorevoli alla viticoltura la cui importanza viene sottolineata dalla dop Greco di Bianco. L’uva è in realtà una Malvasia chiamata Greco, termine usato in tutto il Sud per uve molto differenti fra loro.
L’arrivo di Antonella e l’incontro con l’enologo toscano Emiliano Falsini hanno acceso la miccia del cambiamento, un po’ a Cirò una quindicina di anni fa o come sta avvenendo in provincia di Cosenza sul Pollino e lungo nella provincia di Reggio Calabria dalla Costa Viola a Bivonci.
Emiliano Falsini sta lavorando molto al Sud, citiamo i vini Fontanavecchia nel Sannio, Francesca Fiasco negli Alburni in Cilento, Girolamo Grieco sull’Etna. Interpreta il vino, soprattutto i rossi, in maniera decisamente moderna, a sottrarre piuttosto che aggiungere per usare due termini in voga della critica gastronomica. Rossi bevibili ma non banali, direi essenziali.
Ed è quello che riesce ad ottenere anche in questo luogo, dai circa cinque ettari di vigna di Antonella Lombardo che deve combattere con rese basse, bassissime: a stento raggiunge le 15mila bottiglie perché non si superano i 20 quintali per ettaro negli ultimi anni soprattutto per la carenza di acqua che stressa le viti ormai dal lontano 2003, prima vera annata calda italiana con i suoi 40 giorni pazzeschi che allora sembravano una eccezione e che adesso sono la norma.
I vini di Antonella hanno personalità, carattere, possono piacere o meno ma sicuramente si ricordano. Sono ottenuti da uve allevate in regime biologico dove si pratica solo sovescio. La fermentazione viene sollecitata da lieviti indigeni. Noi li abbiamo provati in cantina, ricavata dai capannoni di una cooperativa vitivinicola che ha chiuso i battenti tanti anni fa.
– Charà Rosato Nerello Mascalese Calabria 2023 igt
Siamo di fronte alla Sicilia e dobbiamo dire che di Nerello qui ne abbiamo tanto con grandi risultati. Il vino viene affinato per cinque mesi sulle fecce. Qui il rosato si esprime alla grande, ricco di personalità, piacevole, sapido.
– Cheiras Greco di Bianco doc 2022
Qui siamo in una tradizione rivisitata come diremmo a tavola, via il caramello e i datteri, avanti con note suadenti di pesca, sentori di macchia mediterranea. Il vino affina sulle proprie fecce per oltre un anno.
– Greco Calabria 2022 igt
La conferma della mia teoria per cui i bianchi andrebbero bevuti tutti almeno dopo due anni dalla vendemmia. Da una sola vigna, Fresco, polposo, lunghissimo e dissetante.
– Autoritratto Mantonico 2022 Calabria igt
Questo vitigno bianco rilanciato da Nicodemo Librandi insieme a Donato Lanati alla fine degli anni ’90 potrebbe giocare un ruolo importante su questo fronte grazie alla incredibili capacità di invecchiamento. Il nome rivela l’ambizione di Antonella di farne un grande vino. Lavorato in acciaio, affina per cinque mesi.
– Particella 58 Calabria igt 2022
Vino certificato biologico, il bianco viene lavorato in acciaio dopo una macerazione di 24 ore a freddo. Il risultato è un bianco elegante, di ottimo spessore, decisamente piacevole.
– Aoristo Gaglioppo 2020 Calabria Igt
Siamo lontani da Ciro, 202 chilometri sulla famosa 106 jonica che rappresenta uno dei gravi ritardi che abbiamo in Italia. Qui la mano di Falsini è evidente: il vino è leggero, freschissimo, si aggancia ai grandi rossi dei Cirò Boys e di Librandi (Duca Sanfelice). Affina in legno grande e barrique dopo la fermentazione in acciaio per 15 mesi e poi altri sei in bottiglia prima di essere commercializzato.
– Ichò 2020 Calabria igt rosso
Un vino di vigneto che mette insieme nerello mascalese, gaglioppo e calabrese nero. Lunga macerazione a contatto con le bucce e affinamento in legno grande e barrique per 15 mesi, poi altri sei mesi in bottiglia. Il risultato è un vino scattante, dal frutto piacevole e preciso. Dalle ottime prospettive di invecchiamento.
Ogni vino è un racconto, un sogno, l’espressione di una donna che ama la sua terra in maniera viscerale e che è pronta a sacrificare tutto per portare avanti questo progetto. Antonella ed Emiliano sono una coppia micidiale che ci farà divertire molto, intanto vi dico che questi vini sono antichi e moderni. Non è un ossimoro, perché la radici e il territorio hanno tanto da raccontare, ma l’impostazione segue proprio il gusto moderno del momento, soprattutto sui rossi nei quali si rivela meglio la mano. E bianchi? Se si lascia libera un po’ di acidità senza averne paura ci si può davvero divertire. L’equilibrio non fa per noi!
Luciano Pignataro