Gianni Moscardini, vini dalla provincia di Pisa
Azienda di recente fondazione (2008) che non conoscevamo quella di Gianni Moscardini, situata in frazione Pomaia del comune di Santa Luce, in provincia di Pisa e con vigneti collocati su un altopiano, posto a 180 metri d’altitudine e suddivisi in cinque diversi appezzamenti: Campo San Giovanni, Campo al Pino, Cantina, Puntina e Riserva, per un totale di 17,5 ettari, 13,5 dei quali in produzione.
Gianni Moscardini, che ha conseguito la laurea in agraria nel 2000, è consulente di parecchie aziende viticole, soprattutto del Bolgherese ed ha impostato il suo progetto vitivinicolo mettendo a dimora i vigneti su terreni di famiglia, in origine destinati alla cerealicoltura e all’olivicoltura.
Le varie tipologie di suoli non s’intersecano tra loro ma sono disposti su tre fasce parallele che variano dal calcareo d’origine marina al pietroso d’origine vulcanica sino all’argilla sedimentaria, questo consente di gestire in modo preciso il rapporto vitigno-terreno.
I vari impianti sono stati messi a dimora a partire dal 2004 sui primi quattro ettari su suoli scuri, nel corso degli anni la superficie vitata s’è ampliata ed ora si trovano sia vitigni autoctoni che internazionali che variano dai locali Sangiovese, Ciliegiolo e Vermentino ai bordolesi Cabernet franc e Merlot ed a poco usuali per la zona, Teroldego, Fiano e Verdicchio.
Il Fiano è prevalentemente collocato su suolo magmatico ed il Teroldego su quello calcareo, la superficie dedicata al Cabernet franc si sta sempre più ampliando ed attualmente occupa due ettari condotti parte a Guyot e parte ad alberello.
Ogni vitigno trova spazio almeno su due diverse tipologie di suolo e la sua vinificazione avviene separatamente.
I vasi d’affinamento vanno dalle anfore al cemento ed al legno, sia barriques che tonneaux e la parte enologica è affidata all’esperto Emiliano Falsini, la prima annata di produzione è stata la 2008.
Sono 10 i vini prodotti, suddivisi in tre linee: Terroir, Monovarietali e Selezione, noi in video-collegamento con Rebecca Coscetti, responsabile commerciale dell’azienda -purtroppo Gianni Moscardini era indisposto-, abbiamo avuto l’opportunità d’assaggiarne tre, l’Artume e l’Atteone della linea Terroir e il Ciliegiolo Sileno della linea Monovarietali.
Sileno è una sottolinea della linea Monovarietali ed è composta da tre vini rossi, Merlot, Sangiovese e Ciliegiolo, oggetto quest’ultimo della nostra degustazione.
Le bottiglie prodotte annualmente sono circa 65.000 il 70% delle quali destinate al mercato italiano, di queste circa il 20% viene venduto direttamente in azienda, soprattutto a turisti provenienti dal Nord Europa e dagli Stati Uniti.
I vini degustati:
– Igt Toscana Fiano “Artume” 2021 – Linea Terroir
Assemblaggio tra Fiano d’Avellino (85%) e Vermentino (15%) provenienti dall’appezzamento Campo al Pino dove il suolo è d’origine magmatica vulcanica.
La fermentazione viene effettuata separatamente per i due vitigni in vasche d’acciaio, a metà fermentazione avviene il trasferimento in tonneaux dove poi i vini sostano in affinamento per otto sui propri lieviti con periodici, bâtonnage dopo l’assemblaggio segue un ulteriore periodo di permanenza in bottiglia.
Il colore è giallo paglierino intenso e luminoso, tendente al dorato.
Intenso al naso dove presenta note sulfuree-vulcaniche, sentori di frutta tropicale, erbe officinali fresche, accenni d’idrocarburi, agrumi amari, sbuffi di legno dolce.
Dotato di buona struttura, intenso, piccante, pepato, con nota pseudocalorica leggermente bruciante, molto sapido e con buona vena acida, lunga la sua persistenza.
Un vino che in questo suo stadio abbiamo preferito al naso. Se ne producono circa 1.000 bottiglie.
– Igt Toscana Ciliegiolo “Sileno” 2020 – Linea Monovarietali
Sileno è una sottolinea della linea Monovarietali ed è composta da tre vini rossi, Merlot, Sangiovese e Ciliegiolo, oggetto quest’ultimo della nostra degustazione.
Le uve, provenienti da diversi appezzamenti posti sulle tre tipologie di suolo, vengono vendemmiate in due fasi nella prima delle quali si raccolgono quelle destinate alla produzione del Penteo Rosato, dopo una decina di giorni si procede alla raccolta di quelle destinate alla produzione di questo vino.
La fermentazione si svolge in vasche d’acciaio con la presenza di un 10% di uve a grappolo intero, negli ultimi anni l’affinamento è stato effettuato in anfore di cocciopesto.
Color granato di media intensità.
Intenso al naso dove cogliamo note balsamiche, speziatura delicata e sentori di legno dolce e di ciliegia fresca.
Fresco e asciutto, mediamente strutturato, sapido e succoso, con discreta vena acida, presenta un bel frutto, ciliegia e note piccanti di pepe, buona la sua persistenza.
– Doc Montescudaio “Atteone” 2019 – Linea Terroir
Seconda annata di produzione per questo vino prodotto con uve Cabernet franc in purezza provenienti dai vigneti Campo San Giovanni e Riserva.
Fermentazione con lieviti indigeni (una piccola parte dell’uva fermenta a grappolo intero), affinamento per 10 mesi in tonneaux francesi ed ulteriore sosta di otto mesi in bottiglia.
Il colore è rubino-granato di buona intensità.
Al naso si colgono, seppur leggere, le tipiche note vegetali del vitigno che rimandano al peperone, esce poi il frutto rosso dolce, more e frutti di bosco maturi, unito a note balsamiche, vanigliate e di legno dolce.
Dotato di buona struttura, fresco e succoso e con bella vena acida, piccante, vi cogliamo, oltre alla già citata note di peperone, un buon frutto, more e ribes, i sentori dati dal legno, seppur dolce, sono ancora ben percepibili, lunga la sua persistenza.
Lorenzo Colombo