Gli Amarone delle Famiglie Storiche – 4ª ed ultima parte
Come gli ultimi decenni abbiano profondamente inciso sulla nascita del gusto dell’Amarone moderno
Siamo giunti all’ultimo incontro con gli Amarone delle Famiglie Storiche, questa volta andiamo ad assaggiare i vini di quattro aziende, Allegrini, Begali, Brigaldara e Torre d’Orti, presentati rispettivamente da Marilisa Allegrini, Giordano Begali, Antonio Cesare e Franco Piona.
Mentre per quanto riguarda la parte didattica, come sempre, Nicola Frasson ci conduce a scoprire i cambiamenti nel gusto dell’Amarone avvenuti nel corso degli ultimi decenni.
Cambiamenti, dovuti a scelte produttive ma anche a fattori esterni, che hanno completamente ribaltato la visione dell’Amarone, a partire dal clima, con la conseguenza di vendemmie anticipate e alla valorizzazione di vigneti posti in zone più elevate, cambio dei sesti d’impianto, con aumento del numero di ceppi/ettaro, incremento -seppur parziale- dei sistemi d’allevamento a filare, miglior maturazione delle uve, cambio della percentuale dei vitigni utilizzati, con il ridimensionamento di Rondinella e Molinara, modifiche ai sistemi d’appassimento che avvengono sempre più in ambienti termocontrollati riducendo di conseguenza le variabili dovute all’andamento climatico e riduzione dei tempi d’appassimento, rinnovamento dei legni in cantina e passaggio parziale, per alcune aziende a contenitori di minor dimensioni, tutto ciò ha influito decisamente sulle caratteristiche degli Amarone attuali che si identificano per un minor residuo zuccherino, una struttura meno massiccia, una maggior freschezza e di conseguenza per una maggior fruibilità, versatilità in abbinamento e soprattutto bevibilità.
I vini degustati, in ordine di servizio:
– Torre d’Orti – Amarone della Valpolicella Docg 2017
Corvina, Corvinone, Rodinella e Oseleta le uve utilizzate, affinamento per un anno in legno piccolo, dopo l’assemblaggio l’affinamento prosegue in botti di grandi dimensioni.
Color rubino-granato trasparente, di media intensità.
Buona la complessità olfattiva, come pure la sua ampiezza, vi ritroviamo un bel frutto, soprattutto la ciliegia matura, sentori floreali, note aromatiche, cioccolato, spezie, vaniglia e cannella ed erbe officinali.
Fresco e verticale, succoso, con bella vena acida, vi ritroviamo nitida la ciliegia matura, accenni di vaniglia e caffè e leggere note di distillato, lunga la sua persistenza.
– Brigaldara – Amarone della Valpolicella Docg Classico 2016
Le uve – Corvina 47%, Corvinone 39%, Rondinella 6%, altri vitigni 8%- provengono da un vigneto di 10 ettari situato a 250 metri d’altitudine messo a dimora parte nel 1980 e parte nel 2010, i sistemi d’allevamento sono la Pergola veronese con densità di 4.000 ceppi/ha ed il Guyot con densità di 5.000 ceppi/ha.
La vendemmia è stata effettuata nella seconda metà del mese di settembre, l’affinamento s’è svolto per un anno in legno piccolo e per i successivi due anni in botti di grandi dimensioni.
Color granato scarico, trasparente, con unghia aranciata.
Intenso al naso, balsamico, mentolato, accenni vanigliati e legno dolce, frutta rossa, pepe e vaniglia, sentori d’erbe secche.
Sapido, fresco e verticale, succoso, con un bel frutto rosso ed accenni piccanti di pepe, tannino ficcante, lunga la sua persistenza.
– Allegrini – Amarone della Valpolicella Docg Classico 2016
Corvina Veronese 45%, Corvinone 45%, Rondinella 5%, Oseleta 5% sono le uve che lo compongono, i vigneti sono situati tra i 180 ed i 280 metro d’altitudine su suoli di diversa natura, in prevalenza calcarei, l’età media delle viti è di 36 anni ed i sistemi d’allevamento sono la Pergola trentina con densità di 3.000 ceppi /ettaro negli impianti più vecchi ed il Guyot con densità di 5.000 ceppi/ettaro in quelli più recenti.
La vendemmia è stata effettuata nella terza settimana di settembre e la pigiatura delle uve nelle prima metà del mese di gennaio, le fermentazione è stata effettuata in vasche d’acciaio e l’affinamento del vino in barriques per 18 mesi per poi proseguire in botti di grandi dimensioni.
Color granato-rubino di discreta intensità.
Al naso ciliegia sotto spirito, boero, erbe officinali e caffè in polvere, tabacco, accenni chinati.
Spiccata vena acida, note vegetali e di caffè, lunga la sua persistenza.
– Begali – Amarone della Valpolicella Docg Classico 2016
I vigneti sono situati in frazione Cengia del comune di san Pietro in Cariano, su suoli di natura argillosa, le uve utilizzate sono Corvina 65%, Rondinella 30%, altre autoctone 5%.
L’affinamento s’effettua in botti da 20 ettolitri ed in tonneaux per circa tre anni.
Profondo e compatto il colore, unghia granata.
Intense note di cioccolato al latte, sentori di prugna secca ed erbe officinali, liquirizia e ciliegia sotto spirito.
Fresco, mentolato, con tannini asciutti, sentori di prugne e di liquirizia, note pepate, buona la sua persistenza.
– Torre d’Orti – Amarone della Valpolicella Docg Riserva “Brolo Camozzini” 2015
Seconda annata di produzione per questo vino, i vitigni utilizzati sono Corvina, Corvinone e Oseleta, i vigneti sono situati a 400 metri d’altitudine con esposizione ad Est.
La sua vinificazione prevede ben un anno di macerazione sulle bucce e cinque anni d’affinamento in botti di rovere.
Color rubino-granato di buona intensità.
Intenso al naso, fresco, verticale, elegante, note balsamiche e sentori di ciliegia matura e prugna secca, caffè, cioccolato e spezie, curiose le note di gingseng.
Di buona struttura, con bella trama tannica, bel frutto, accenni piccanti e note di caffè, ciliegia e cioccolato amaro, buona la sua persistenza.
– Begali – Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva “Monte Ca’ Bianca” 2015
La prima annata di questo vino è stata la 1995, i vitigni utilizzati sono Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta, i vigneti sono situati in frazione Cengia del comune di san Pietro in Cariano, su suoli argillosi-limosi.
L’affinamento s’effettua in botticelle da 350-400 litri di rovere francese per 40 mesi e successivamente in botti di rovere di più grandi dimensioni.
Color rubino, profondo e compatto.
Intenso al naso, balsamico, mentolato, sentori d’erbe officinali, di resine, d’eucalipto, note di prugne secche, quasi in confettura, liquirizia e cioccolato, evoluto.
Asciutto, con tannini decisi, leggeri accenni vegetali, vaniglia e pepe nero appena macinato, fiori secchi, buona la sua persistenza.
– Allegrini – Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva “Fieramonte” 2013
E’ la terza vendemmia per questo vino, dopo il reimpianto del vigneto effettuato a fine anni Novanta, sino al 2011, in attesa della perfetta maturità delle piante, vi si produceva Valpolicella.
Le uve – Corvina Veronese 45%, Corvinone 45%, Rondinella 5%, Oseleta 5%- provengono da un vigneto situato a 380 metri d’altitudine, il suolo è ciottoloso e ricco di ferro e magnesio, il sistema d’allevamento è a Guyot, inerbito, con densità d’impianto di 4.545 ceppi/ha e con resa di 60 q.li/ettaro.
La vendemmia è stata effettuata nella seconda decade di settembre, mentre la pigiatura delle uve nel mese di gennaio 2012, vinificazione in vasche d’acciaio ed affinamento per 48 mesi in barriques.
Profondo e compatto il color granato.
Balsamico, vanigliato, presenta leggere note affumicate e di prugne cotte.
Strutturato, asciutto con tannini decisi e leggere note piccanti, frutta rossa matura, pepe, leggeri accenni vegetali, buona la persistenza.
– Brigaldara – Amarone della Valpolicella Docg Classico “Case Vecie” 2012
Le uve, Corvina 39%, Corvinone 30% e Rondinella 31%, provengono dal vigneto Case Vecie, sito nel comune di Grezzana, messo a dimora nel 1996 e nel 2009, situato a 450 metri d’altitudine ha un’estensione di nove ettari ed è allevato a Guyot con densità d’impianto di 4.000 ceppi/ha.
La vendemmia è stata effettuata nella prima metà del mese d’ottobre e l’affinamento s’è svolto per due anni in legno piccolo e per altri due in botti di grandi dimensioni.
Color granato scarico, luminoso.
Balsamico, elegante, con nota alcolica in evidenza, presenta note vanigliate e sentori di cioccolato alla menta e caffè.
Fresco e verticale, agile di struttura (per quanto possa essere agile un Amarone), ciliegia asprigna, caffè, pepe e noci, tannini asciutti e lunghissima persistenza.
Considerazioni finali:
Sono stati quattro appuntamenti decisamente interessanti durante i quali si sono potuti scoprire e/o approfondire diversi aspetti di questo vino che in pochi anni ha vissuto -e sta ancora vivendo- un successo superiore a qualsiasi aspettative, fatto questo che ha portato negli anni passati a scelte a volte non propriamente corrette, dovute anche al voler accontentare le specifiche esigenze dei vari mercati – ricordiamo che circa il 70% del vino viene esportato- scelte che negli ultimi anni sono state in buona parte riviste.
In generale siamo stati favorevolmente colpiti -è comunque una cosa che notiamo da qualche anno- della riduzione del residuo zuccherino e dell’alleggerimento dei vini, ora più adatti al cambiamento dei gusti dei consumatori e certamente più bevibili che in un recente passato, anche i tannini in genere più fitti e meno “vellutati” rispetto a pochi anni orsono contribuiscono a questa rinnovata “freschezza” dei vini.
Venendo invece ai vini di quest’ultima tornata di degustazioni siamo rimasti particolarmente colpiti dalla freschezza e leggerezza -anche il colore, granato scarico, è assai diverso rispetto agli altri vini degustati in quest’occasione- dei vini di Brigaldara.
Decisi ed asciutti i tannini nei vini di Begali, ben diversi rispetto a quelli che si trovavano negli Amarone in genere di qualche anno addietro.
Gran bella sorpresa i vini di Torre d’Orti, azienda che meno conoscevamo tra tutte quelle delle Famiglie, mentre nulla di nuovo da segnalare sull’azienda Allegrini i cui vini ben conosciamo, se non la piacevole riscoperta del Fieramonte, vino che per diversi anni era sparito dalla scena.
Lorenzo Colombo