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I Brunello di Franco Pacenti

Famiglia Pacenti

La famiglia Pacenti (in origine era Piacenti) vanta una storia molto antica, risalente al 1300, un loro antenato, Muccio Piacenti fu il nonno materno di colei che divenne Santa Caterina da Siena.

Stabilitasi a Montalcino, la famiglia Pacenti lavorò per diverso tempo a mezzadria, finché nel 1962 Rosildo Pacenti non riuscì ad acquistare il podere Canalicchio, producendo il suo primo Brunello nel 1966.
In realtà l’azienda era in comproprietà con il fratello Primo, la separazione dal quale avviene negli anni ottanta.
L’anno seguente Rosildo fu tra i 25 viticoltori che costituirono il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino.

Vigneto (particolare)

Il figlio Franco affianca sin da subito il padre nella gestione aziendale e nel 1988 ne prende le redini trasformando l’azienda, che era ancora polivalente, con oliveto e campi di cereali, oltre a bestiame, in azienda vitivinicola.

L’estensione vitata ha ormai raggiunto i 10 ettari e quindi serve una nuova cantina che viene costruita agli inizi degli anni 2000 dotandola della attrezzature più moderne e che entra in funzione nel 2004, nel frattempo, nel 2015 entrano in gioco i tre figli di Franco che si sono suddivisi i compiti, Lorenzo si occupa di vigneto e cantina, Elisa della parte commerciale e Serena dell’accoglienza.
La vecchia cantina, costruita negli anni sessanta da nonno Rosildo, sotto al vecchio casale, viene comunque mantenuta, sia come memoria storica sia come luogo adatto all’affinamento.

Particolare cantina

Tra le prime iniziative che vengono prese dalla terza generazione dei Pacenti c’è il rinnovo dell’identità aziendale che parte anche dal restiling delle etichette e dal cambio di nome, da Canalicchio a Franco Pacenti, avvenuto per non creare confusione con l’azienda Canalicchio di Sopra e per avere una migliore identità aziendale.

L’azienda ora dispone di 36 ettari, dei quali 10 a vigneto, impiantati unicamente a Sangiovese Grosso, situati sul versante Nord-Est  di Montalcino, sono suddivisi in sei parcelle situate a 300 metri d’altitudine con esposizione Nord-Est su suoli tendenzialmente argillosi, l’età media dei vigneti, allevati a Cordone speronato con densità di 4.000 ceppi/ettaro, è di 25 anni.
La conduzione delle vigne prevede compostaggio con sarmenti triturati, sovescio e pacciamatura, nessun diserbo, neppure sotto-filare ed utilizzo della confusione sessuale contro la tignoletta.

Dal 2015 al 2020 sono stati reimpiantati 4 ettari di vigneto in collina, utilizzando 4 cloni di sangiovese grosso a grappoli spargoli, contrariamente agli impianti precedenti gli è stato dato un orientamento Nord-Sud per proteggere i grappoli dal soleggiamento nei periodi più caldi dell’anno.

Quattro i vini prodotti: Rosso di Montalcino, Brunello di Montalcino, anche Riserva e, dal 2015 Brunello di Montalcino “Rosildo”, un vero e proprio Cru aziendale.
L’80% della produzione viene esportata ed il maggior  mercato di riferimento sono gli Stati Uniti che assorbe il 50% del vino.

Dall’annata 2015 è Lorenzo ad occuparsi di vigna e cantina, di conseguenza i vini che andremo ad assaggiare portano tutti la sua impronta.
Le vinificazioni vengono effettuate in vasche d’acciaio, dove si svolge anche la fermentazione malolattica, favorita con l’ausilio d’appositi batteri.
Dopo la fermentazione alcolica che solitamente dura circa una settimana, la macerazione prosegue per un’altra quindicina di giorni.
L’affinamento si svolge in recipienti di medio-grandi dimensioni, di rovere sia francese che di Slavonia, alle preesistenti botti da 50 ettolitri ne sono state affiancate otto da 25 ettolitri prodotte dalla Garbellotto col metodo NIR (Botti di Precisione) che prevede l’analisi delle singole doghe agli infrarossi.
Con questa metodologia la Garbellotto distingue le botti in quattro tipologie: Struttura, Equilibrio, Dolce e Speziato.
I Pacenti ne hanno acquistate 4 della tipologia Equilibrio, 3  delle tipologia Struttura ed 1 di quella Speziato.
Inoltre l’azienda dispone di alcune botti da 10 ettolitri.

I vini: 

 – Rosso di Montalcino 2017
100% Sangiovese Grosso da vigneti di 15-20 anni d’età con resa di 70 q.li/ettaro, la vendemmi s’è svolta verso la fine di settembre
Vinificazione in acciaio ed affinamento in botti da 25 ettolitri per 12 mesi ai quali seguono due mesi di sosta in bottiglia, 6.500 le bottiglie prodotte.
La 2017 fu un’annata calda e siccitosa, una gelata primaverile ha risotto la produzione del 30%.
Prima annata di produzione 1975.

Il colore è granato trasparente di media intensità con unghia aranciata.
Bello il naso, fresco, intenso e pulito, fruttato, ricorda le susine e le ciliegie fresche, con leggere note di spezie dolci, accenni balsamici e vanigliati, fiori secchi.
Fresco e succoso alla bocca, sapido, con tannini in equilibrio, bel frutto carnoso, ciliegie asprigne, leggere note di spezie piccanti, buona la sua persistenza su sentori di liquirizia.

I Brunello di Montalcino
Sono tre i Brunello di Montalcino assaggiati (uno di questi in due differenti annate), tutti, come d’altronde prescrive il disciplinare, sono frutto di uve Sangiovese Grosso in purezza.

La miniverticale di Brunello di Montalcino

Dicevamo d’avere assaggiato due annate di questo vino, la 2015 e la 2016, quest’ultima in anteprima, poiché sarà in commercio unicamente dal 1 gennaio del prossimo anno.
Le uve provengono da vigneti d’età compresa tra i 20 ed i 35 anni, la resa è di 65 q.li/ettaro, l’epoca di vendemmia è l’ultima decade di settembre, la vinificazione si effettua in vasche d’acciaio con lunga macerazione sulle bucce.
Bottiglie prodotte 24.000, la prima annata di produzione è stata la 1966.

2015 – L’affinamento si svolge in botti da 50 ettolitri sia di legno francese che di Slavonia, per 36 mesi, ai quali ne seguono altri sei di sosta in bottiglia.

Color granato trasparente di discreta profondità, unghia aranciata.
Ampio e complesso al naso, elegante, note balsamiche e sentori di sottobosco, frutto scuro, liquirizia, leggeri accenni affumicati e speziati, ricordi di caffè, cioccolato amaro e fiori secchi.
Armonico ed equilibrato, dotato di buona struttura senza peraltro essere pesante, fresco ed elegante, con tannini decisi ma perfettamente fusi nell’insieme, si ritrova la frutta rossa speziata ed i sentori di liquirizia, accenni di chiodi di garofano, lunga la sua persistenza su leggere note amaricanti.

 – 2016 (Degustazione in anteprima, il vino sarà in commercio dal prossimo anno)
Affinamento in botti da 50 ettolitri sia di legno francese che di Slavonia, per 40 mesi, ai quali seguono altri cinque mesi di sosta in bottiglia.

Alla vista è simile al precedente vino.
Fresco ed elegante al naso dove emerge la frutta rossa dolce matura, accenni balsamici e vanigliati, spezie dolci, sbuffi di pepe.
Fresco e succoso, con tannini giovani, ben presenti ma già ben fusi nell’insieme, nitido il frutto, sentori di liquirizia e spezie, lunga la sua persistenza.

Certamente in questo momento il 2015 appare più compiuto, il 2016 promette molto bene ma deve ancor amalgamarsi e complessarsi tramite la sosta in bottiglia.

 – Brunello di Montalcino Riserva 2015 (Sarà in commercio dal prossimo anno)
Le uve provengono da vigneti di 35 anni d’età, la resa è di 60 q.li/ettaro, la vendemmia s’è svolta nell’ultima decade di settembre.
Vinificato in vasche d’acciaio, con lunga macerazione, s’affina in botti da 50 e da 25 ettolitri per 40 mesi, dopo di ché sosta in bottiglia per ulteriori sei mesi.
Prima annata prodotta 1993.

Il colore è granato luminoso, con unghia leggermente aranciata.
Elegante al naso, frutto rosso maturo speziato, prugna e ciliegia matura, vaniglia e cannella, accenni di sottobosco e caffè, sbuffi di pepe.
Di buona struttura, armonico e complesso, succoso, fruttato, con tannini freschi e già ben bilanciati, fin di bocca con sentori di liquirizia dolce su lunga persistenza.

Rosildo (Sovraetichetta)

Brunello di Montalcino “Rosildo” (Prima annata di produzione)
Dedicato a nonno Rosildo è un vero e proprio Cru aziendale, le uve infatti provengono da un singolo vigneto, il “Vigna della Creta”, l’ultimo che è stato messo a dimora dal nonno 20 anni fa.
E’ il vino che segna anche il passaggio di testimone alla terza generazione dei Pacenti, trattandosi della prima annata gestita completamente da Lorenzo.
La vendemmia è stata effettuata verso la fine di settembre e la resa per ettaro è stata di 50 quintali, come per tutti gli altri vini la vinificazione s’è svolta in vasche d’acciaio, mentre per l’affinamento vengono utilizzate botti da 10 ettolitri, dove il vino ha riposato per 36 mesi ai quali sono seguiti ulteriori 12 mesi di sosta in bottiglia prima della messa in commercio.

La bottiglia si presenta con una sovra-etichetta bianca, tolta la quale appare l’etichetta che, contrariamente a quelle di tutti gli altri vini ha uno sfondo nero.

Il colore è granato di discreta intensità con unghia aranciata.
Bello il naso, intenso, ampio, elegante e di buona complessità, balsamico, vi si coglie un frutto rosso maturo (ciliegia e prugna) venato d’accenni speziati (pepe e cannella), sentori di fiori secchi e di cioccolato alla menta.
Asciutto, di buona struttura senz’accenni di pesantezza, con tannini in perfetto equilibrio, elegante, nuovamente frutto maturo e spezie dolci, accenni di rabarbaro, pepe e china rendono piacevolmente amaricante il lungo fin di bocca.
Lorenzo Colombo

https://francopacenticanalicchio.it/