, , ,

I Canavese Rosso di Figliej

Siamo a Settimo Vittone, quattro chilometri e mezzo prima d’arrivare a Carema e cinque dal confine con la Valle d’Aosta.

Vigneti sulla roccia

Qui ha sede Figliej, l’azienda di Riccardo Prola e Bianca Maria Seardo che dal 2018, partendo da 2.900 metri quadri di vigna produce vino, poche bottiglie, 4.000 in tutto, dai 4 ettari di vigneti che oggi gestisce, situati tra i 250 ed i 500 metri d’altitudine, al limitar dei boschi e spesso ad esso strappati.
Vigneti condotti in policoltura e pascolo, con la tradizionale “topie”, le pergola canavesane, spesso sorretti da “pilun”, tozze colonne troncoconiche costituite da pietrame e ciottoli legati con calce e malta, il tutto su antichi terrazzamenti.

Il principale vitigno coltivato è il Nebbiolo tipico della zona, ma anche Erbaluce ed inoltre circa una ventina di vitigni tra i quali uva rara, neretto gentile, bonarda, croatina, barbera, chatus ed altri misconosciuti che vengono utilizzati nella produzione del Chémp e del Rosso Figliej.

I Pilun

L’azienda è stata fondata nel 2016, dapprima recuperando vecchi vigneti di famiglia e successivamente acquisendo impianti in via d’abbandono o già abbandonati con un certosino lavoro di ripristino avendo cura della tradizione locale, ripristino dei muretti a secco che sostengono i terrazzamenti e degli antichi camminamenti, ricostruzione degli impianti e della canalizzazioni per le acque.
Riccardo e Bianca non di considerano vignaioli, ma principalmente contadini, oltre alle vigne infatti dispongono di alberi da frutto.
Dal 2021 inoltre sono Custodi di orchidee spontanee nella rete europea LIFEOrchids.

Riccardo Prola

Vi si produce anche grappa dalle proprie vinacce e curiosi ed interessanti distillati di prugne ed arance, naturalmente utilizzando frutti di propria produzione.

Ci arriviamo in una bella giornata nella prima metà di novembre e, dopo averci mostrato l’antico torchio, segno evidente di un passato dove il vino era decisamente importante, ci accomodiamo nell’abitazione per assaggiare per la prima volta alcuni dei loro vini.

Sono cinque in tutto, due di questi, il Toppia ed il Darecà, sono prodotti con uve Nebbiolo, il sopramenzionato Chémp, il Rosso Figliej ed infine il Perseverance, da uva Erbaluce.

 – Canavese Rosso “Figliej” 2019
Prodotto con un assemblaggio di uve rosse aziendali tra le quali le già citate varietà neretto, bonarda, croatina, barbera, chatus, vernaccia ed altri.
Alcuni ceppi arrivano ai 100 anni d’età, la resa è bassissima (30 q.li/ha) ed i vigneti sono allevati a pergola canavesana con palificazioni e travi di sostegno in legno di castagno con tradizionali piloni in pietra e calce.
La vendemmia viene effettuata nella seconda metà del meso d’ottobre, la fermentazione si svolge in tini di legno tramite lieviti indigeni con una lunga macerazione sulle bucce, l’affinamento avviene prima in vasche d’acciaio e quindi in bottiglia.

Color rubino-violaceo di media intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, il vino è fresco e pulito, frutto rosso selvatico, accenni floreali, erbe aromatiche.
Fresco ed asciutto, di media struttura, leggera astringenza, tornano i sentori di frutta rossa selvatiche e d’erbe aromatiche, media la sua persistenza.
Vino assai particolare ed inconsueto, se ne producono unicamente 1.000 bottiglie, vendute in azienda a 18 euro.

 – Canavese Nebbiolo “Toppia” 2018
Il nome richiama i sistemi di conduzione dei vigneti.
Nebbiolo in purezza, per i vigneti vale quanto scritto in merito al precedente vino, stesso discorso per quanto riguarda la vinificazione, mentre l’affinamento prevede un anno di sosta in vasche d’acciaio e due in bottiglia.

Color granato scarico, tipico dei nebbiolo di montagna.
Bellissimo il naso, intenso e molto elegante, frutto rosso, fiori secchi, note balsamiche. Tipico.
Fresco, asciutto e succoso, con bella trama tannica, buona vena acida e lunga persistenza.
Da 500 a 600 le bottiglie prodotte, 58 euro il suo prezzo in azienda.
Si tratta di un vino di notevole qualità, molto elegante, che ci ricorda i migliori prodotti della Valtellina.

 – Canavese Nebbiolo “Darecà” 2018
Darecà, dietro la casa in dialetto locale, dove, addossato alle rocce della montagna si trova il vigneto.
In quanto a vigneto e vinificazione vale quanto già scritto, unica differenza rispetto al Topia sta nell’affinamento che prevede un anno in botte di legno esausto e due in bottiglia.

Color granato luminoso di buona intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, pulito, molto elegante, frutto rosso maturo, ciliegia, fiori secchi, violetta.
Mediamente strutturato, succoso, con bella trama tannica, frutto rosso selvatico, leggeri accenni speziati, tenui ricordi di legno, lunga la persistenza.
Notevole, soprattutto al naso.
700 – 800 le bottiglie prodotte, vendute a 60 euro in cantina.
Lorenzo Colombo