Il Lugana: ieri, oggi e domani
Cercare di spiegare passato, presente e futuro del Lugana in sei bottiglie è certamente un’impresa improba, ci ha provato lunedì 5 ottobre, durante la Milano Wine Week, il Consorzio Tutela Lugana Doc, tramite il suo recente direttore Andrea Bottarel, coadiuvato dal giornalista toscano (trasferito in Brianza) Aldo Fiordelli.
L’impresa è riuscita? Ma?! Probabilmente solo parzialmente.
Forse è riuscita per coloro che conoscono poco territorio e denominazione, un poco meno per chi frequenta da oltre quarant’anni quei luoghi ed assaggia i vini che vi si producono.
Il Lugana ha vissuto negli ultimi due decenni un successo strepitoso, che ha portato ad un incremento impressionante della sua superficie vitata, che ora è di oltre 2.500 ettari, per una produzione di poco inferiore ai 22 milioni di bottiglie nel 2019.
180 i viticoltori sul territorio e 90 le aziende che imbottigliano con proprio marchio.
Sono cinque le tipologie ammesse dal disciplinare di produzione:
· Lugana Doc
· Lugana Doc Superiore
· Lugana Doc Riserva
· Lugana Doc Vendemmia Tardiva
· Lugana Doc Spumante
Quella che conta (dal punto di vista numerico) è la Lugana Doc, in buona crescita la tipologia Riserva, sempre più utilizzata dai produttori, in deciso calo (quasi scomparsa) la tipologia Superiore, assai poco utilizzate le altre due.
Il Lugana è da metà degli anni novanta che sta vivendo un periodo di grande successo, basti pensare che nel 2000 gli ettari vitati erano solamente 600 e che in vent’anni si sono più che quadruplicati.
Ha contribuito a questa popolarità anche Gino Veronelli, che nel 1998 così scriveva:
“Bevi il tuo Lugana giovane, giovanissimo e godrai della sua freschezza. Bevilo di due otre anni e ne godrai la completezza. Bevilo decenne, sarai stupefatto della composta autorevolezza. I Lugana, cosa rara nei vini, hanno una straordinaria capacità di farsi riconoscere. Tu assaggi un Lugana e, se sei un buon assaggiatore, non puoi dimenticarlo”.
Come ogni cosa che ha successo in tempi abbastanza brevi anche il Lugana ha vissuto diverse fasi e nel passato a volte ha visto entrare nella sua composizione altri vitigni (ammessi dal disciplinare di produzione, sia chiaro) in ausilio alla Turbiana (Trebbiano di Lugana), inoltre, per accontentare alcuni mercati (il 70% del vino viene esportato e la Germania rimane il principale importatore e si sa che che ai tedeschi un poco di dolcezza in più nei vini non dispiace) ha visto, in alcuni prodotti, aumentare il suo residuo zuccherino (sempre nei limiti imposti dal disciplinare, che prevede anche vini abboccati), il che ne ha un poco snaturato la sua tipica verticalità e sapidità, a vantaggio della morbidezza.
Negli ultimi tempi però, nelle nostre periodiche degustazioni, abbiamo notato un ritorno alla caratteristiche di un tempo, ovvero un ritorno alla verticalità ed alla tipica sapidità.
Andiamo ora a quanto degustato, i primi tre vini sono stati presentati come “l’oggi” della denominazione, il quarto come “il domani” e gli ultimi due come “l’ieri”.
Uno stile, quello del “dello ieri” che però non rappresenta la realtà della produzione di un tempo, ma unicamente una piccola nicchia, quindi un “passato” un poco fuorviante, secondo noi.
Teniamo a precisare che la qualità dell’illuminazione nella sala non era l’ideale per poter apprezzare visivamente colori e tonalità dei vini, basta a tal proposito osservare le foto.
– Montonale – Lugana Doc “Montunal” 2019
Le uve, Turbiana in purezza, provengono da vigneti siti in Montonale, frazione di Desenzano del Garda, i grappoli vengono pressati in assenza d’ossigeno dopo essere stati precedentemente raffreddati, la fermentazione si svolge in vasche d’acciaio, dove il vino sosta in affinamento sui lieviti, con periodici bâtonnage per sei mesi.
Color paglierino scarico, luminoso.
Intenso al naso, fresco e fragrante, ampio, si colgono note fruttate di pesca bianca e mela, accenni d’agrumi, sentori floreali (fiori gialli), erbe secche e fieno.
Fresco alla bocca, fruttato, di buona struttura, sapido, con un bel frutto leggermente speziato ed accenni piccanti, buona la sua persistenza.
– Zeni – Lugana Doc “Marogne” 2019
Azienda con sede a Bardolino e con vigneti nei territori delle principali denominazioni della provincia di Verona.
Macerazione pellicolare e pressatura soffice delle uve (Turbiana in purezza), fermentazione in acciaio e sosta sulle fecce fini per 6-10 mesi.
Paglierino scarico.
Buona l’intensità olfattiva, molto fresco, note fruttate di pesca bianca e mela, sentori agrumati di cedro.
Molto fresco, succoso, con spiccata vena acida, sapido e verticale, tornano le note agrumate e di mela, buona la sua persistenza.
– Cascina Maddalena – Lugana Doc “Capotesta” 2019
Piccola azienda, situata a Lugana di Sirmione dove dispone di quattro ettari di vigneti.
Pressatura soffice e fermentazione in acciaio dove il vino sosta sulle fecce fini sino a primavera.
Color paglierino.
Discreta l’intensità olfattiva, presenta note floreali , d’agrumi freschi e di pesca bianca.
Molto fresco al palato, con spiccata vena acida, quasi tagliente, di struttura leggera e con accenni tannici, note citrine, lunga la sua persistenza.
– Marangona – Lugana Doc “Cemento” 2018
Turbiana in purezza, da vigneti situati a Pozzolengo ed a Sirmione condotti in regime biologico, fermentazione sulle bucce in tini troncoconici di cemento, affinamento per 10 mesi in vasche d’acciaio sulle fecce fini con periodici batonnage.
Color paglia.
mediamente intenso al naso dove si colgono sentori di buccia d’uva, di frutta a polpa gialla, di mela e di fieno maturo.
Succoso, con buona vena acida, con accenni tannici e note vegetali, discreta la sua persistenza, chiude leggermente amarognolo.
– Ca’ Maiol – Lugana Doc Superiore “Fabio Contato” 2005
Fondata da Walter Contato col nome di “Provenza” (sull’etichetta del vino è riportato questo nome) l’azienda si trova nel comune di Desenzano del Garda, qualche anno fa ha cambiato nome assumendo quello di uno dei suoi principali vigneti, appunti “Ca’ Maiol”, è stata recentemente acquistata dal Gruppo Santa Margherita.
Il Lugana “Fabio Contato” prende il nome dal figlio di Walter, che l’ha guidata sino alla cessione al Gruppo Santa Margherita.
Nel corso degli anni questo vino è stato prodotto utilizzando diverse tecniche enologiche, nel 2005 si era nel periodo di massimo utilizzo della barrique, sia in fermentazione come per la maturazione del vino ed alla Turbiana veniva aggiunto un 10% di Chardonnay.
Attualmente oltre a barriques di utilizzano anche tonneaux ed acciaio.
Color oro antico, luminoso.
Buona la sua intensità olfattiva, il vino s’esprime su note vanigliate e di nocciole, sentori tostati ed affumicati, note balsamiche. Il legno è ormai completamente digerito.
Strutturato, complesso, con buona vena acida, note tostate date dall’uso del legno, quest’ultimo ancora percepibile anche se ben integrato, lunga la sua persistenza.
Un vino dalle stile “borgognone”.
– Zenato – Lugana Doc “Sergio Zenato” 2004
Le uve, raccolte in leggero ritardo, provengono dal Vigneto Massoni, storico vigneto situato nel comune di Peschiera del Garda, la fermentazione avviene in parte in botti (70% circa) e parte in acciaio.
Color oro antico di buona intensità.
Intenso al naso, note tostate di caffè e fave tostate.
Intenso al palato dove si percepiscono sentori di nocciole tostate, discreta la sua struttura, evoluto ed un poco stanco.
C’è parso che abbia tenuto meglio alla bocca che non al naso.
Lorenzo Colombo