Le Famiglie dell’Amarone d’Arte
Presentati a Milano il Manifesto e l’Ologramma distintivo dell’associazione
Nata poco più di un anno fa, non senza uno strascico di polemiche, l’associazione “Le famiglie dell’Amarone d’Arte”, o “Amarone Families” –altra scritta riportata sul marchio-, ha presentato a Milano, durante un’affollata conferenza stampa, presso lo Show Room di Rossocorsa, concessionaria di Ferrari e Macerati, il suo Manifesto e l’Ologramma distintivo.
Condotta da Sebastino Barisoni, di Radio 24, la conferenza stampa ha visto la presenza di Sandro Boscaini, presidente dell’associazione, oltre che dell’Azienda Masi e di Stefano Cesari dell’Azienda La Brigaldara, che hanno illustrato le motivazioni della nascita di questa realtà, ed hanno risposto alle numerose domande del conduttore.
Dieci i soci de “Le Famiglie dell’Amarone” alla fine di giugno dello scorso anno, quando l’associazione è nata: Allegrini, Brigaldara, Masi, Musella, Nicolis, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi e Zenato, ai quali si sono poi aggiunte le aziende Begali e Venturini.
Lo scopo dichiarato di questa unione è quello di contrastare il dilagare della produzione di Amarone di bassa qualità, prodotto in zone non vocate –anche se chiaramente contemplate nel disciplinare di produzione- causa del continuo abbassamento del prezzo di questo vino, basti pensare che solamente un paio d’anni fa il prezzo medio dell’Amarone sfuso, venduto all’ingrosso era di dodici euro, mentre l’anno scorso si era attestato sui sette euro e mezzo.
La produzione totale di queste dodici aziende si attesta attorno ai 2 milioni di bottiglie, numero ormai fermo da anni, mentre la produzione totale d’Amarone ha raggiunto ormai, con l’annata 2007, i 12 milioni di bottiglie, che con l’annata 2008 saranno 16 milioni, raddoppiando quasi la produzione del 2006, quando i milioni di bottiglie erano solamente (sigh) 9.
Anche il prezzo pagato per le uve ha risentito di questa sovrapproduzione passando dai quattro euro al chilo del 2007 agli uno e mezzo di quest’anno.
Certamente è una situazione critica per tutto il comparto, ma, negli anni in cui il prodotto era richiestissimo, anzitutto all’estero, tutte le aziende si sono buttate su questa produzione, trascurando il tradizionale vino locale, il Valpolicella.
Emblematici a tal proposito sono i dati forniti dal consorzio e relativi ai quintali d’uva messi ad appassire nel corso degli anni: poco più di 25 mila q.li nel 1993, oltre 236 mila nel 2006, dieci volte tanto, una cosa impressionante, che lascia perplessi, ma certamente nessuno voleva essere escluso da questo business, producendo un vino che poteva essere venduto a cifre di dieci volte superiori rispetto a quanto ottenibile con un Valpolicella.
Ora che il rischio concreto, di uno svilimento del prodotto, e di una corsa all’abbassamento dei prezzi è sotto gli occhi di tutti, si stanno cercando delle soluzioni, e l’associazione delle “Famiglie” propone un proprio manifesto (Vedi: http://www.vinealia.org/news.asp?ID=9137) ed un ologramma che andrà a distinguere le bottiglie prodotte.
Tra i requisiti richiesti per l’adesione all’associazione ci sono il carattere familiare dell’azienda, una storia vinicola di almeno 15 anni, una presenza sul mercato con più di 20 mila bottiglie e un brand conosciuto in almeno 5 Paesi.
L’Associazione è aperta e gli attuali soci auspicano l’allargamento alle tante famiglie che possiedono i requisiti e hanno messo a frutto nelle colline della Valpolicella il patrimonio dell’arte antica che rende unico questo vino.
LE DEGUSTAZIONI
Dopo la conferenza stampa, abbiamo avuto l’opportunità di assaggiare, presso il banco d’assaggio allestito, gli Amarone di alcuni dei produttori, sia nell’ultima annata in commercio, sia di vendemmie meno recenti. Ecco quanto abbiamo assaggiato:
Notevole l’Amarone Classico 2006 di Allegrini, dal colore granato compatto; intenso e pulito al naso, con sentori di frutto maturo speziato; strutturato e morbido alla bocca, speziato e dalla lunga persistenza. Un prodotto veramente buono.
Dello stesso produttore abbiamo quindi assaggiato l’Amarone Classico 1997, dal bellissimo color granato profondo, ancora perfettamente vivo; note decisamente più evolute al naso, intenso, con sentori terrosi ed animali; dotato di buona struttura, dove le note terziari, speziate e di liquirizia, lasciavano intravedere un grande ricordo di frutto. Notevole la persistenza.
Dell’azienda Masi Agricola abbiamo assaggiato l’Amarone Classico “Campolongo di Torbe” 2004, dal color granato-rubino, intenso e luminoso; dal naso intenso, con sentori animali e affumicati; si presenta alla bocca con una media struttura ed una bella tram tannica, che rende il vino fresco, dotato di un buon frutto e di leggeri accenni animali, chiude con una lunga persistenza.
Sempre alla Masi appartiene il marchio Serego Alighieri, del quale abbiamo degustato l’Amarone Classico “Vaio Armaron” 2005: vino dal color rubino profondo e compatto; elegante al naso, di media intensità e con sentori di frutta speziata; speziato anche alla bocca, fresco, dotato di notevole struttura, con sentori tostati-affumicati ed accenni animali, buona la persistenza.
Passiamo all’Azienda Musella abbiamo degustato l’Amarone 2006 e l’Amarone Riserva 2005; il primo si presenta con un color rubino-violaceo profondo; intenso ed alcolico al naso, con sentori fruttato-speziati e leggeri accenni animali; anche alla bocca cogliamo la nota alcolica, unita ad una buona struttura, i sentori fruttati sfumano su note leggermente affumicate, mentre la persistenza è buona. Il secondo vino ha un color rubino profondo; intenso ed alcolico al naso, con sentori di terra umida ed accenni animali; strutturato ed alcolico alla bocca, fresco, con una bella trama tannica, richiama la frutta macerata, anche in questo caso la persistenza è buona.
– Venturini, Amarone Classico 2006: dal color rubino profondo, quasi violaceo; di media intensità olfattiva, con evidenti sentori di frutto sotto spirito (ciliegia) ed accenni speziati; dotato di buona struttura, morbido e leggermente tostato (caffè), asciutto, con bella trama tannica e buona persistenza.
Amarone Classico “Campomasua” 2005, sempre di Venturini: color rubino profondo e luminoso. Intenso al naso con note calda d’umidità e di sottobosco; dotato di buona struttura, elegante, leggermente affumicato e dalla lunga persistenza.
Amarone Classico 1997: molto bello il colore, granato-rubino, profondo e luminoso; alcolico al naso, con note surmature e speziate, emerge la ciliegia sotto spirito; dotato di buona struttura e bella trama tannica, fresco, con leggeri accenni animali e lunga persistenza.
– Tommasi, Amarone Classico 2006: dal color melanzana profondo; balsamico al naso (incenso), di buona intensità e con note speziate decise; morbido, alcolico, strutturato e fresco alla bocca, con tannino ben fuso e di facile e buona beva.
Amarone “Cà Florian” 2006: color rubino-granato, luminoso e profondo; intenso al naso, elegante, con caldi sentori d’umidità e di sottobosco, e note leggermente sulfuree; dotato di buona struttura, alcolico e fresco, buona la persistenza.
– Tedeschi, Amarone Classico 2006: color rubino-granato, intenso e profondo; molto intenso al naso, decisamente speziato, con sentori di sottobosco e leggeri accenni animali; alcolico, strutturato e potente alla bocca, bella la trama tannica, sentori di ciliegie sotto spirito e liquirizia, buona la persistenza.
Amarone Classico “Capitel Monte Olmi” 2006: granato con ricordi rubino, intenso; intenso e speziato al naso, con accenni affumicati; alcolico ed intenso anche alla bocca, con bella trama tannica e note tostate e di legno.
– Tenuta Sant’Antonio, Amarone “Antonio Castagneti” 2006: color rubino profondo e luminoso; bel naso, elegante, pulito, balsamico, con accenni affumicati; fresco, pulito ed elegante alla bocca, di media struttura, con note fruttate e speziate. Notevole la facilità di beva.
Amarone “Campo dei Gigli” 2005: color rubino, profondo e compatto; intenso ed alcolico al naso, caldo, speziato, con sentori di sottobosco; dotato di notevole struttura e tannino deciso, note di liquirizia, persistenza molto lunga.
– Nicolis, Amarone Classico 2005: molto bello il color violaceo luminoso, quasi nero; alcolico al naso, con ciliegia sotto spirito in evidenza e leggeri accenni animali; dotato di buona struttura, morbido e fruttato, l’alcol emerge anche alla bocca, buona la persistenza.
Amarone Classico “Ambrosan” 2004: profondo il colore, quasi nero; intenso ed alcolico al naso, con sentori speziati e note di cioccolato; dotato di notevole struttura, alcolico, con tannino deciso, sentori di liquirizia e lunga persistenza.
Lorenzo Colombo
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