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Moar e Siebeneich: due vini della linea Riserva della Cantina di Bolzano

Vigneti a Santa Maddalena

La Cantina di Bolzano (Kellerei Bozen) -della quale abbiamo scritto poco tempo fa, in occasione della degustazione del “Laven”, il loro primo vino BIO- è una grossa realtà altoatesina che dai 340 ettari di vigneti dei suoi soci conferitori sforna ogni anno circa 3 milioni di bottiglie di vino.
Numerosissime le etichette prodotte, circa una quarantina, suddivise in sei diverse linee produttive: Riserva, Election, Collection, Bio, Dessert e Classici, in grado di soddisfare le esigenze di un’ampia fetta di consumatori.

I vini che andiamo ad analizzare oggi appartengono alla linea Riserva, si tratta del St. Magdalener Classico “Moar” 2020 e del Merlot “Siebeneich” dell’annata 2017.

La linea Riserva è composta da nove vini, di cui sette rossi.
Non tutti questi vini sono in realtà delle “Riserva” nel senso legislativo del termine, ovvero codificato dal Testo Unico del Vino che a tal proposito recita:

L’impiego è consentito in etichetta per vini a Denominazione d’Origine per i quali è previsto un periodo minimo d’invecchiamento in relazione alla categoria, ovvero:

·        Due anni per i vini rossi

·        Un anno per i vini bianchi

·        Un anno per gli spumanti Metodo Charmat

·        Tre anni per gli spumanti Metodo Classico

Inoltre, anche se il vino rispetta questi periodi d’affinamento, la menzione “Riserva” deve essere prevista dallo specifico disciplinare del vino in questione.

E questo non è previsto per due dei vini inseriti nella linea “Riserva” della Cantina di Bolzano, ovvero per il “Mauritius”, blend di Lagrein e Merlot (i vini frutto di due vitigni non possono fregiarsi della menzione Riserva) e per il Santa Maddalena, sottozona quest’ultima per la quale è invece prevista la menzione “Classico”.

Ma andiamo ad assaggiare i nostri due vini.

I vigneti del Moar

Alto Adige Doc St. Magdalener Classico “Moar” 2020
Iniziamo dal nome di questo vino, che ci ha molto incuriosito.
Il nome “Moar” è diffuso in molti paesi dell’Alto Adige ed ha una storia molto lunga, che risale al tempo del Franchi.
I Mairhöfe (cioè “i masi Mair”) erano fattorie gestite dallo stesso proprietario terriero, il suo vice era il Meier (Moar): cioè il sorvegliante nei lavori e l’agente che doveva riscuotere gli interessi del proprietario.
Col nome Moar si indicava quasi sempre la fattoria o il maso più grande del villaggio e, allo stesso tempo, una persona con un certo potere.

Le uve utilizzate per la produzione di questo vino sono Schiava e Lagrein, il disciplinare di produzione del Santa Maddalena stabilisce infatti che il vitigno Schiava, nelle sua varie tipologie: grossa, grigia e gentile, sia presente per almeno l’85% nel vino, mentre per la parte rimanente si possono utilizzare vari vitigni a bacca rossa presenti nella provincia di Bolzano, anche se nella pratica il vitigno comunemente utilizzato per supportare la Schiava è -in questa denominazione- il Lagrein.

Le uve provengono da vigneti allevati a pergola, situati su suoli ghiaiosi nella zona classica del Santa Maddalena nel cui cuore si trova il “Maor” della Kellerei Bozen e vengono vendemmiate nella prima metà del mese d’ottobre.
La vinificazione si svolge in vasche d’acciaio dopo di che il vino s’affina in botti di rovere di grandi dimensioni.

Il colore è un granatino scarico, tendente al melograno, trasparente.
Intenso al naso, pulito e di buona eleganza, presenta sentori di ciliegia selvatica, leggere note di radici ed accenni vanigliati.
Discretamente strutturato, succoso e fresco, con sentori di ciliegia e leggere accenni speziati, delicata la sua trama tannica e lunga la sua persistenza su un fin di bocca piacevolmente amaricante che invita alla beva.
Un vino elegante, che ha nella delicatezza e nella piacevolissima beva i suoi punti di forza.

Vigneti a Settequerce

Alto Adige Doc Merlot “Siebeneich” Riserva 2017
Più semplice il nome di quest’altro vino che è la traduzione in tedesco della Località Settequerce, frazione del comune di Terlano dove, su suoli composti da porfido quarzifero si trovano i vigneti per la produzione di questa Riserva.
La vendemmia s’effettua nella prima metà del mese d’ottobre, la fermentazione si svolge in botti di rovere mentre l’affinamento -della durata di un anno- avviene parte in botti grandi e parte in barriques.

Nel bicchiere troviamo un vino dal color rubino intenso che vira verso il prugna.
Intenso ed ampio al naso, elegante e complesso, si colgono note scure ed un poco austere, fiori secchi, sentori di cuoio, spezie, vaniglia e pepe, frutta a polpa scura, ciliegia matura, cioccolato al caffè, note balsamiche.
Strutturato, con buona vena acida, tannino ben integrato e legno mai fastidioso, frutto scuro e liquirizia amara, caffè e cioccolato amaro, pepe e vaniglia, fin di bocca piacevolmente amaricante su lunga persistenza.
Un vino dalla notevole complessità, certamente non adatto che chi vuole tutto e subito ma a chi al contrario sa aspettare.
Lorenzo Colombo