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Mosaico per Procida: La cultura disseta, non isola

Campania Bianco Igt 2020

Il vino di cui andiamo a scrivere oggi è assai particolar e fuori dal comune, non viene infatti indicata in etichetta l’azienda produttrice ma unicamente il codice dell’imbottigliatore: AV5723 e la sua sede: Roccabascerana, in provincia d’Avellino.
Cosa abbastanza ovvia d’altra parte, la legislazione prevede infatti che in etichetta è obbligatorio inserire il nome dell’imbottigliatore, non del produttore, anche se poi sovente i due corrispondono.

Ma di cosa si tratta in pratica?

Il vino, nato per celebrare l’isola di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 è frutto di un progetto di Gaetano Cataldo (ideatore di Identità Mediterranea) che ha affidato la sua creazione a Roberto Cipresso e viene prodotto con le uve di ben 26 cantine di tutte le cinque province campane appositamente selezionate dallo stesso Cataldo.

I vitigni utilizzati sono unicamente autoctoni campani: Falanghina, Fiano, Greco, Coda di Volpe, Asprinio e Biancolella e le bottiglie prodotte sono 6.000 oltre ad alcune Magnum, destinate quest’ultime ad autorità religiose e personaggi della cultura, della politica, dello spettacolo.

La nascita del vino è stata piuttosto laboriosa, infatti i primi campioni sono stati inviati a Cipresso nella sua cantina sperimentale a Montalcino, dopo aver deciso i vari blend le operazioni di assemblaggio si sono svolte nella cantina dell’Agricola Bellaria, a Roccabascerana, dove con Cipresso hanno collaborato Luca Zirpoli, enologo aziendale, Mario Mazzitelli e lo stesso Cataldo.
La sua presentazione ufficiale è avvenuta durante lo scorso Vinitaly dov’era presente in tre diversi padiglioni (Campania, Toscana e Marche) ed in ben 30 diverse postazioni.

Ecco l’elenco delle cantine che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto:

Provincia di Avellino
Agricola Bellaria (Roccabascerana), Azienda Agricola Petilia (Pincera), Cantina Giovanni Molettieri (Montemarano), Donnachiara (Montefalcione), Struzziero (Venticano).

Provincia di Benevento
Cautiero (Frasso Telesino), Fontana delle Selve (Castelvenere), Fosso degli Angeli (Casalduni), Masseria Venditti (Castelvenere)

Provincia di Caserta
Cantina Alois (Pontelatone), I Borboni (Caserta), Porto di Mola (Galluccio), Terre del Principe (Castel Campagnano), Villa Matilde Avallone (Cellole)

Provincia di Napoli
Cantina Isola di Capri (Capri), Cantine del Mare (Monte di Procida), Casa Setaro (Trecase), Il IV Miglio (Quarto), La Pietra di Tommasone (Ischia/Lacco Ameno)

Provincia di Salerno
Cantina Rizzo (Felitto), Colle del Corsicano (S. Maria di Castellabate), Fattoria Albamarina (Centola), Lunarossa Vini e Passione (Giffoni Valle Piana), Marisa Cuomo (Furore), San Salvatore 1988 (Giungano), Viticoltori De Conciliis (Prignano Cilento).

Andiamo quindi ad assaggiarlo:

Il colore è giallo dorato luminoso.
Buona a sua intensità olfattiva, vi si coglie la macchia mediterranea e si percepiscono sentori d’erbe officinali e note di frutta a polpa gialla, accenni agrumati, di confetto e di miele.
Asciutto, sapido, dotato di buona nota alcolica, sentori di nespole, mele e pesche e d’erbe aromatiche, leggeri accenni tannici, buona la sua persistenza su note di mandorla in confetto.

In etichetta “inCanto diVino” di Carolina Albano
Lorenzo Colombo

www.mediterraneaonline.eu