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Ronchi di Castelluccio: tra Sauvignon e Sangiovese

Fondata nel 1974 dal regista Gian Vittorio Baldi con l’intento di valorizzare il territorio ed i vini di Modigliana l’azienda che nel corso degli anni ha vissuto momenti di splendore seguiti da alti e bassi è stata acquisita e rilanciata a partire dal 2020 dai fratelli Paolo e Aldo Rametta, imprenditori nel campo dell’energia rinnovabile.
Situata a Modigliana l’azienda dispone di 10 ettari di vigne per una produzione annuale di circa 60.000 bottiglie.

Tre le linee produttive: I Ronchi, Nuovi Classici e Giovani Ribelli, noi abbiamo potuto degustare due vini per ciascuna delle prime due linee.

I Sangiovese di Modigliana

Le sottozone del Romagna Sangiovese

Modigliana è una delle 16 sottozone della Doc Romagna Sangiovese, si tratta di una tra le più pregiate con vigneti esclusivamente collinari che si spingono sino ai 500 metri d’altitudine.
Suddivisa in tre distinte valli che vantano suoli con caratteristiche differenti, arenarie e marne calcaree nella valle di Aceterra -molto adatti al Sangiovese-, che divengono più profondi nella valle di Tramazzo, mentre nella valle di Ibola i suoli sono più magri, composti da arenaria e si adattano meglio ai vitigni a bacca bianca.

I nuovi Classici

 – Sauvignon Blanc Rubicone IGT Bianco “Sottovento” 2021
Il vigneto, messo a dimora nel 1989 ​ si trova a 390 metri d’altitudine con esposizione Sud, è allevato ad alberello su suolo franco sabbioso composto da marne e arenarie calcaree.

Fermentazione alcolica e affinamento s’effettuano in barriques. Metà delle quali nuove, dove il vino sosta per nove mesi ai quali ne seguono altrettanti di riposo in bottiglia.

Paglierino, tendente al color paglia.
Mediamente intenso al naso, fresco e delicato, non si colgono assolutamente le decise ed a volte un poco eccessive note del vitigno, vi troviamo piuttosto sentori floreali, anche di fiori essiccati, tenui note aromatiche e leggeri accenni di frutta a polpa bianca e di frutta tropicale.
Fresco al palato, verticale, sapido, di media struttura, presenta sentori d’erbe aromatiche, timo, salvia, origano, accenni agrumati, mela verde, note tanniche e sentori di legno un poco in evidenza, lunga la sua persistenza.

 – Romagna DOC Sangiovese Modigliana “Buco del Prete di Castelluccio” 2021
Le uve provengono da un vigneto messo a dimora nel 1989, ​ situato a 300 metri d’altitudine con esposizione Est è condotto a cordone speronato su suolo franco sabbioso composto da arenaria calcarea.

La fermentazione si svolge in vasche d’acciaio mentre per l’affinamento s’utilizzano botti di rovere francese da 30 ettolitri dove il vino sosta per un anno prima di trascorrere altri sei mesi in bottiglia.

Il suo colore vira tra il rubino ed il granato di media intensità.
Bel naso, di discreta intensità, vi si colgono leggere note balsamiche e d’eucalipto, ciliegia, fiori appassiti, vaniglia, castagne, legno dolce.
Media la sua struttura, asciutto, con tannino leggermente asciugante, presenta leggeri accenni di legno, sentori di prugna e tabacco, buona la sua persistenza.
Riteniamo che in questo momento s’esprima meglio al naso.

I Ronchi è la linea di punta aziendale costituita da cinque vini, i vigneti, dei veri e propri Cru, sono ricavati da piccoli appezzamenti circondati da boschi.

 – Sauvignon Bianco Colli di Faenza DOC “Ronco del Re” 2021
Le uve provengono da un vigneto di 50 anni d’età -risistemato nel 2019- situato a Modigliana, a 370 metri d’altitudine, è allevato a cordone speronato con esposizione Nord-Est, il suolo è franco sabbioso con marne calcaree.

Fermentazione ed affinamento si svolgono in barriques nuove di rovere proveniente da Allier e dai Vosges dove il vino sosta per otto mesi ai quali seguono almeno 14 mesi di riposo in bottiglia.
La produzione è limitata a 618 bottiglie.

Color oro di buona intensità, tendente all’oro antico.
Intenso al naso dove si colgono sentori di frutta gialla matura, mela in primis, frutta disidratata, scorza d’agrumi maturi, fichi essiccati al sole e note di distillato.
Buona la sua struttura, intenso, sapido, la nota alcolica è percepibile, ritroviamo la mela matura, albicocche disidratate e sentori che rimandano al Calvados, buona la sua vena acida e lunga la persistenza.
I sentori dati dal legno e le note tanniche sono piuttosto in evidenza.

 – Romagna DOC Sangiovese Modigliana “Ronco della Simia” 2020
Le uve provengono da un vigneto messo a dimora nel 1975 e risistemato nel 2019, è posto a 370 metri d’altitudine ed è esposto a Nord-Est su suolo franco sabbioso con marne calcaree.

La fermentazione si svolge parte in vasche d’acciaio e parte in tini di rovere di piccole dimensioni, l’affinamento avviene in barriques e tonneaux di rovere provenienti da Allier, Vosges e Troncais dove il vino sosta per 10 mesi prima di passarne almeno altri 14 in bottiglia.
La produzione è di solo 2.500 bottiglie più 150 magnum.

Color granato di buona profondità.
Mediamente intenso al naso dove presenta note balsamiche di vaniglia, di legno dolce, di spezie varie uniti a sentori di frutta a bacca scura.
Buona la sua struttura, asciutto, con tannino importante e legno un poco in evidenza, austero, presenta note amaricanti e sentori di radici e di china, spezie, pepe, con leggeri accenni di vegetale secco, buona la sua persistenza con chiusura leggermente amarognola.

In conclusione abbiamo trovato nei due Sauvignon poca attinenza al vitigno se per questo s’intende le tipiche e intense note vegetali oppure i decisi e netti sentori di frutta tropicale.
Non che questo ci dispiaccia anche se in questo momento della loro vita ci pare di cogliere in entrambi i vini -soprattutto nel Ronco del Re- una decisa nota data dal legno che si percepisce soprattutto al palato e che un poco sovrasta il resto delle sensazioni.

Nei due Sangiovese troviamo -al di là delle ovvie differenze- alcuni elementi che li accomunano dati dalla loro austerità e dal legno che in entrambi i vini è ancora da digerire, questo li rende vini non certamente facili e poco adatti ai palati meno smaliziati.
Lorenzo Colombo