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Valtellina Superiore Grumello “Sassorosso” 2021 – Nino Negri

L’azienda

Vigneto Sassorosso

Nino Negri è un nome che non ha bisogno di presentazioni, l’azienda, acquisita a fine anni Settanta dal Gruppo Italiano Vini, è stata fondata nel 1897 da Nino Negri e dispone attualmente di 30 ettari di vigneti in proprietà situati nelle più importanti zone della Valtellina, 11 dei quali si trovano nella sottozona Grumello.
L’azienda s’avvale inoltre delle uve fornite da numerosi viticoltori conferitori per un totale di 160 ettari di vigne che permettono la produzione di 750.000 bottiglie/anno.

La sottozona Grumello
La sottozona Grumello con i suoi circa 80 ettari di vigneti è situata proprio sopra la città di Sondrio, le vigne s’estendono dai 350 ai 600 metri d’altitudine ed hanno come fulcro l’omonimo castello, la maggior parte delle vigne sono esposte a mezzogiorno su suoli rocciosi e pendii ripidi.
Qui, appena sotto il castello troviamo le tre zone di Ca’ Rossa, Ca’ Bianca e Sant’Antonio, mentre più a nord-est del castello si trovano le zone dei Dossi Salati e delle Prudenze.

Il vino
Il vino che ci accingiamo a degustare appartiene alla linea “Vigne di Montagna”, unitamente all’Inferno Ca’ Guicciardini ed al Valgella Vigna Fracia e prende il suo nome dalla Vigna Sassorosso, situata su un promontorio isolato a un’altitudine compresa tra 350 ed i 450 metri s.l.m. con esposizione sud e con una pendenza compresa tra il 50% e il 75%.
I pochi centimetri di terreno costituiti da limo e sabbia costringono le radici delle viti, che hanno un’età media tra i 10 e gli oltre 50 anni a svilupparsi nella roccia madre caratterizzata da scisti con presenza di ferro che le donano il caratteristico color rosso, da cui per l’appunto deriva il nome del vino, il sistema d’allevamento è a Guyot e ad archetto valtellinese.
La vendemmia s’effettua nella seconda metà del mese d’ottobre, la fermentazione alcolica prevede sia rimontaggi che delastages e l’affinamento del vino prevede una sosta per almeno 12 mesi in botti di rovere di media capacità, con una piccola parte del vino che s’affina invece in barriques, segue l’assemblaggio e l’ulteriore periodo di riposo in bottiglia per almeno sei mesi.
Ne vengono prodotte circa 18.000 bottiglie/anno.

Il tappo
Ci fa piacere constatare che in Valtellina sono sempre più numerose le aziende, anche molto famose, che utilizzano tappi in materiali diversi dal sughero –è il caso anche di questo vino, tappato con Nomacorc Select Green 100- si evitano così i fastidiosissimi problemi dovuti alle deviazioni dei tappi di sughero monopezzo che vanno diverse volte a mortificare il lavoro di molti produttori.

La degustazione
Il suo colore è quello tipico dei vini a base Chiavennasca, il Nebbiolo valtellinese, ovvero granato non molto intenso con unghia che presenta sfumature tendenti all’aranciato, la limpidezza è da manuale.
Mediamente intenso al naso, elegante e di buona ampiezza olfattiva, il frutto è nitido e pulito e presenta una bella ciliegia matura, accenni di fiori freschi, viole e leggere note balsamiche e speziate, vaniglia e leggerissimo pepe.
Fresco e succoso al palato, asciutto, con tannino ben integrato e legno perfettamente calibrato, bel frutto rosso, ciliegia e amarena e leggere note speziate, buona la sua vena acida e lunga la persistenza.
Un vino molto giovane ma già perfettamente godibile.
Lorenzo Colombo