Verticale di Montefalco Sagrantino, Cantina Fratelli Pardi
L’azienda Pardi nasce nel 1919 ad opera dei tre fratelli Alfredo, Francesco ed Alberto Pardi i quali iniziano a produrre e commercializzare il vino prodotto in parte dai vigneti di proprietà e in parte con uve acquistate da contadini locali.
Il vino veniva venduto in damigiane o, per le partite più grandi in barili, mentre il Sagrantino, che a quei tempi era unicamente prodotto come vino passito, veniva commercializzato in recipienti di vetro da cinque e da 10 litri.
Nel secondo dopoguerra i figli dei fondatori decidono di chiudere la cantina e nel 1949 fondano la Tessitura Pardi, nel frattempo però, Rio, figlio di Alberto, continua a produrre piccole quantità di Sagrantino Passito.
Nel 2002 i pronipoti dei fondatori ristrutturano la vecchia struttura, sita in Montefalco, nasce così la Cantina Fratelli Pardi.
Attualmente l’azienda può contare su 11 ettari di vigneti, tre dei quali in affitto, tutti situati nel territorio comunale di Montefalco, le vigne sono state messe a dimora in diversi momenti e con diverse densità d’impianto, 1998 (3.600 ceppi/ha), 2003 (4.500 ceppi/ha) e 2005 (5.000 ceppi/ha), i vitigni presenti sono Sagrantino, Sangiovese, Merlot e Cabernet per quanto riguarda quelli a bacca rossa e Grechetto, Chardonnay e Trebbiano Spoletino per quelli a bacca bianca.
Le bottiglie prodotte annualmente sono circa 60.000 suddivise su sei etichette, il 20% del vino viene esportato.

Albertino Pardi
Mercoledì 8 novembre, presso il Ristorante Liberty a Milano abbiamo potuto effettuare una verticale di cinque annate di uno dei due Montefalco Sagrantino prodotti, in compagnia di Albertino Pardi che unitamente a Francesco e Gianluca Rio, pronipoti del fondatore, e all’enologo Giovanni Dubini, si occupa dell’azienda di famiglia.
La verticale
Le uve per la produzione di questo vino provengono da un vigneto situato su suolo d’origine sedimentaria posto a 280 metri d’altitudine con esposizione Est, Sud-Est, la resa è di 70 q.li/ha.
La vendemmia s’effettua in genere a metà ottobre, la fermentazione s’effettua in vasche d’acciaio e prevede un contatto con le bucce per otto giorni, il vino viene quindi trasferito parte in botti e parte in barriques dove rimane per 18 mesi, dopo l’assemblaggio continua il suo affinamento in acciaio dove rimane per 9-12 mesi, prima della commercializzazione seguono almeno sei mesi di riposo in bottiglia.
Il vino viene quindi messo in commercio non prima di 36 mesi dalla vendemmia.
Dicevamo che sono cinque le annate poste in degustazione, iniziando dalla più vetusta, ovvero la 2006, sino ad arrivare alla 2019, l’ultima in commercio.
– 2006 – L’età del vino si nota già dal colore, granato di buona profondità con unghia che presenta riflessi aranciati.
Intenso al naso, frutto rosso dolce e maturo, quasi in confettura, tabacco dolce, note balsamiche, buone sia la sua complessità come l’eleganza.
Dotato di buona struttura con tannino ancora ficcante, e legno ancora percepibile, sapido e con buona vena acida sentori di liquirizia e di radici di liquirizia, lunga la sua persistenza.
Un vino evoluto, che ci è molto piaciuto ma che ormai imboccato la sua parabola discendente.
– 2014 – Profondo il colore, unghia color rubino.
Olfattivamente meno intenso del precedente vino, presenta note balsamiche e sentori di radici.
Strutturato, con legno in evidenza e tannino asciutto ed un poco secchino, lunga la sua persistenza.
E’ il vino che abbiamo meno apprezzato di questa batteria.
– 2016 – profondo il color rubino.
Naso di media intensità, balsamico, legno dolce.
Dotato di buona struttura, tannino deciso ed un poco graffiante, sentori di radici, lunga la persistenza.
Si esprime meglio al naso che non alla bocca.
– 2018 – Da questa annata in poi ci pare di cogliere un cambio di passo, soprattutto per quanto riguarda la parte olfattiva dei vini.
Molto bello il colore, rubino-purpureo luminoso.
Mediamente intenso al naso, pulito, presenta un bel frutto e note floreali, sentori di tabacco dolce.
Discretamente strutturato, asciutto, con tannino deciso, che rimanda alla pellicina di castagne, accenni vegetali, bastoncino di liquirizia, buona la sua persistenza.
Si tratta del vino che abbiamo maggiormente apprezzato, soprattutto al naso.
– 2019 – Anche in questo caso troviamo un colore molto bello, rubino-purpureo.
Buona la sua intensità olfattiva, frutto dolce, leggere note balsamiche, buona l’eleganza.
Vino strutturato e dal tannino deciso e leggermente asciugante, buona la sua vena acida, sentori di radice di liquirizia, buona la persistenza.
Vino molto giovane ma che promette bene.
Durante il pranzo che è seguito a questa degustazione abbiamo potuto assaggiare altri vini.
Il primo di questo è lo Spoleto Doc Trebbiano Spoletino “Spoletino” 2022
Prodotto con l’omonimo vitigno proveniente da un vigneto situato a 220 metri d’altitudine, il suolo è argilloso, d’origine sedimentaria, l’esposizione è Est, Sud-Est e la resa è di 80 q.li/ha.
Per la produzione di questo vino s’utilizza unicamente il mosto fiore, ovvero quello di sgrondo, senza alcuna azione meccanica, la fermentazione avviene in vasche d’acciaio dove poi il vino sosta per otto mesi sulle fecce fini, seguono quindi nove mesi di riposo in bottiglia.
Il vino entra in commercio nel mese di marzo del secondo anno dalla vendemmia.
Color giallo paglierino di discreta intensità.
Bel naso, intenso e pulito con sentori di frutta fresca, pesca bianca e mela un poco acerba.
Fresco alla bocca, un poco esile, presenta un bel frutto e una buona vena acida, discreta la sua persistenza.
Un vino semplice, pulito, corretto che in questo momento s’esprime meglio al naso.
A seguire due Montefalco Rosso
Il primo è dell’annata 2021 ed è composto da 70% Sangiovese, 15% Sagrantino e 15% tra Merlot e Cabernet, le uve provengono da vigneti situati su suoli d’origine sedimentaria posti a 260 metri d’altitudine con esposizione Est, Sud-Est, la resa è di 80 q.li/ha.
La fermentazione si svolge in vasche d’acciaio con una macerazione sulle bucce di 10 giorni, il vino s’affina quindi parte in botti e parte in barriques per 12 mesi, una volta assemblato sosta in vasche d’acciaio per sei mesi ed altri sei mesi li passa in bottiglia prima d’essere posto in vendita.
Si presenta con un color rubino-violaceo di discreta intensità.
Discreta anche la sua intensità olfattiva, i sentori sono di frutto rosso selvatico maturo.
Mediamente strutturato, vi cogliamo un tannino un poco asciugante.
Il secondo è una Riserva del 2020, i vigneti, posti a 270 metri d’altitudine, poggiano su un suolo argilloso d’origine sedimentaria con esposizione Est, Sud-Est e danno una resa di 90 q.li/ha.
In questo vino, al 70% di Sangiovese, vanno ad aggiungersi un 20% di Sagrantino ed un 10% di Montepulciano.
Fermentazione in acciaio con 10 giorni di macerazione ed affinamento per 18 mesi in botti di rovere sia francesi che slovene da 26 ettolitri, il vino sosta infine per sei mesi in bottiglia.
Molto bello il colore, purpureo luminoso e brillante di discreta intensità.
Buona la sua intensità olfattiva, frutto rosso maturo e note balsamiche.
Dotato di buona struttura, con tannino asciutto e deciso che ci ricorda la pellicina di castagne, chiude con sentori di radici di liquirizia su una buona persistenza.
Lorenzo Colombo